CRICHTON VOLA BASSO di Carlo Lucarelli

CRICHTON VOLA BASSO CRICHTON VOLA BASSO Un aereo «infelice» CHIAROSCURO CON DL CHE E SALGARI CARLO Lucarelli, ieri sera ad Asti, nell'ambito della manifestazione «Chiaroscuro», ha partecipato all'incontro «Guardie e ladri. Il giallo italiano». Oggi è in calendario (ore 18) un dibattito sul tema «Dagli Appennini alle Ande. L'emigrazione fra Italia e America Latina», con Miguel Bonasso, Donato Bosca, Maria Marta Manassero. Alle 21, «Il mito di Che G u evara», a cura di Paco Ignacio Taibo II, Daniel Chavarria e Leonardo Padura. Domani, nel cortile di Palazzo Ottolenghi, omaggio a Emilio Salgari: «Maestro di vita e di scrittura?». Partecipano scrittori latinoamericani, tra cui Luis Sepulveda e Paco Ignacio Taibo II, e studiosi italiani (Claudia Borri, Cristiano Daglio, Felice Pozzo). Video-interviste di Bianca Gera («Quando cercava ispirazione, Salgari guardava il Po»). Coordina Bruno Gambarotta. Tre le mostre allestite in Palazzo Mazzola, via Cardinal Massaia, 5: «Il Corsaro c'è. Salgari e l'America Latina», «Ritratti di scrittori latinoamericani» e «Le figure del delitto: le storiche copertine del Giallo Mondadori». -, di una donna poliziotto che si poteva solo immaginare fosse bella e quindi, per forza, doveva avere i capelli blu. All'inizio c'è «un disco che cade sul piatto, con un sospiro veloce, che sa appena un po' di polvere», poi comincia Almost blue, con la voce velata di Chet Baker e la scrittura ritmata di Lucarelli. Entrano in scena il bene e il male: il cieco che dalla sua stanza ascolta con lo scanner le voci della città e le classifica per colore: il calore di una voce rossa, il fascino di una voce blu, la minaccia di una voce verde; il serial-killer, l'Iguana, che porta sempre le cuffie per coprire con la musica l'allucinazione uditiva delle campane dell'inferno (AC/DC, Hell's bells: «Il mio fulmine lampeggia attraverso il cielo, sei solamente giovane ma devi morire»), e, dopo aver ucciso si spoglia, si pittura il volto e assume personalità e sembianze della vittima. Lucarelli racconta di essere partito dalle campane dell'inferno e dalla nudità dopo il delitto, per immaginare il suo assassino. Poi ha affidato queste tracce a uno psichiatra e quello gli ha disegnato il profilo completo dell'Iguana. Dopo averglielo consegnato gli ha anche proposto di fermarsi a fare quattro chiacchiere, per il suo bene. Ma, si sa, gli psichiatri questo lo propongono a chiunque scriva thriller, a chiunque scriva, a chiunque. Lucarelli è tornato a casa con l'Iguana pronto a colpire, il cieco deciso a inseguirlo in un labirinto di voci e ha disteso la storia su Bologna («Questa che lei chiama Bologna è una cosa grande che va da Parma fino a Cattolica, un pezzo di regione spiaccicato lungo la Via Emilia, dove davvero la gente vive a Modena, lavora a Bologna e la sera va a ballare a Rimini... questa città non è quella che sembra, ispettore, questa città ha sempre una metà nascosta»). La musica, quella non l'ha mai spenta. Quando ha avuto bisogno di violenza ha messo su i Nine Inch Nails, con Reptile: «Gli angeli sanguinano al tocco impuro della mia carezza, devo contaminarmi per alleviare questa solitudine». Nessuna violenza sulla pagina. «Non c'è quasi sangue in Almost blue - dice Lucarelli ho cercato di uscire dai canoni che vanno per la maggiore». Al primo che dice o scrive che questo è un romanzo «pulp» dovrebbe andare a trapanargli un occhio. Al primo che lo classifica tra gli autori «pulp» dovrebbe mandare una querela con richiesta di danni da devolvere ai detenuti del carcere di Padova dove insegna, ricevendo come compenso storie e suggestioni. Lucarelli si concede pagine rare da trovare in un thriller, ma per nulla al mondo rinuncerebbe alla cornice in nero, alla caccia al colpevole guidata da un personaggio solitario e già sconfitto dal destino personale e dalla Storia (qui il cieco, altrove il commissario De Luca, relitto della polizia fascista o il sovrintendente Coliandro, zimbello c'alia que¬ stura di Bologna). A queste condizioni, gli si può anche perdonare di aver dato vita all'ennesimo serial killer, scelta ormai scontata di tutti gli autori del genere: «Però, se lo sai raccontare alla maniera di Tomas Harris funziona ancora». Funziona anche alla maniera di Lucarelli, specie se lo leggete mettendo sul piatto Almost blue, se vi tenete sul comodino, per quando avrete finito, il ritratto di Chet Baker fatto da Geoff Dyer in Natura morta con custodia di sax («Ogni volta che intonava una nota le diceva addio: Talvolta non la salutava neppure. Quelle vecchie canzoni erano abituate a essere amate e desiderate da chi le suonava: i musicisti le coccolavano e le facevano sentire fresche, nuovissime. Con Chet, le canzoni si sentivano trascurate. Quando la suonava lui, una canzone aveva bisogno di essere consolata»), e se, poi, «flirtate con il disastro», ci fate l'amore, perfino un figlio, magari viene come l'Iguana: disperato e spietato, quasi triste. Gabriele Romagnoli - comincia cosi' - Un disco, un sospiro I L suono del disco che cade sul piatto è un sospiro veloce, che sa apI pena un po' di polvere. Quello del braccio che si stacca dalla forcella è un singhiozzo trattenuto come uno schioccare di lingua, ma non umido, secco. Una lingua di plastica. La puntina, strisciando nel solco, sibila pianissimo e scricchiola, una o due volte. Poi arriva il piano e sembrano le gocce di un rubinetto chiuso male e il contrabbasso, come il ronzio di un moscone contro il vetro chiuso di una finestra, e dopo la voce velata di Chet Baker, che inizia a cantare Almost Blue. Carlo Lucarelli Italiani in noir, non esagerate con i cadaveri e le parolacce