«Coiro non è operabile»

Colpito da ictus, il responsabile dei penitenziari è in coma profondo Colpito da ictus, il responsabile dei penitenziari è in coma profondo «Coirò non è operabile» Roma, medici pessimisti sull'ex procuratore ROMA DALLA REDAZIONE E' in fin di vita Michele Coirò, direttore generale del Dipartimento amministrazione penitenziaria. L'ex procuratore di Roma era stato colpito da un ictus cerebrale sabato sera mentre si trovava a cena a Terracina, dove ha una casa e si era recato per il fine settimana. Ricoverato alle 22, secondo quanto hanno raccontato gli addetti del pronto soccorso che lo hanno assistito, in un primo momento l'ictus non era parso particolarmente serio. Il paziente era stato trasferito al reparto di Medicina, ma era ancora nel pieno delle sue facoltà. L'aggravamento si è verificato poco dopo, con una emiparesi della parte destra del corpo e la perdita di conoscenza. La figlia del magistrato, che è medico neurologo, ha deciso il trasferimento a Roma. Era all'incirca mezzanotte e mezzo quando un'ambulanza del centro mobile di Rianimazione dell'ospedale di Latina è partita verso la capitale, scortata da alcune auto della polizia. Poco dopo le due di notte è giunta al Policlinico Umberto I dove le condizioni di Michele Coirò sono apparse subito molto gravi. E' stata effettuata una Tac, poi il ricovero nel reparto di neurologia. Con il trascorrere delle ore e dopo aver preso visione del risultato degli esami, si è capito che la situazione difficilmente potrà migliorare. «Emorragia devastante» sono state le parole utilizzate da Roberto Delfini, primario del reparto di Neurotraumatologia e di chirurgia del Policlinico, per descrivere ciò che ha colpito l'ex procuratore di Roma. «Il paziente è attualmente in coma profondo - ha proseguito - e le sue condizioni cliniche non costituiscono indicazione per un intervento chirurgico. Il paziente stava seguendo un trattamento con anticoagulanti, al quale si sottoponeva da quando alcuni anni fa ha subito un intervento al cuore. Questo ha reso ancora più grave la situazione, l'emorragia è stata particolarmente invasiva». Bollettino invariato, infatti, quello delle sei di sera, diffuso dal direttore sanitario del Policlinico, Giuseppe Graziano. Parlava di «coma areflessico» e di stabilità dei dati neuro-vegetativi. Per tutta la giornata nel «terzo repartino», cioè la sezione del reparto di Neurotraumatologia e chirurgia del Policlinico destinata ai casi particolarmente delicati, si sono visti i volti dei tanti magistrati colleghi di Coirò. Anche il ministro di Grazia e Giustizia, Giovanni Maria Flick, si è recato al Policlinico. E il presidente della Repubblica e presidente del Csm, Scalfaro, ha telefonato per informarsi sulle condizioni di Coirò. La figlia, che segue personalmente il padre, ha lan¬ ciato un appello alla stampa «perché i giornali non speculino sulla disgrazia altrui». «Potreste fare molto male - ha aggiunto - a persone già duramente provate». L'ultima persona a parlare con l'ex procuratore capo di Roma è stato Sebastiano Buongiorno, un suo collaboratore: avevano discusso del problema dei suicidi in carcere, un tema a cui Coirò si stava dedicando con particolare impegno negli ultimi tempi. Michele Coirò ricopriva l'incarico di direttore dell'amministrazione penitenziaria dallo scorso 12 settembre. La nomina aveva provocato l'archiviazione di un procedimento aperto dal Csm per il suo trasferimento. Coirò, infatti, fino alla scorsa estate era procuratore capo di Roma. Dopo le indagini sul capo dei giudici romani per le indagini preliminari Renato Squillante, l'organo di autogoverno della magistratura aveva aperto un'inchiesta nei confronti di Coirò e deciso il suo trasferimento per «incompatibilità funzionale». Michele Coirò direttore generale del Dipartimento amministrazione penitenziaria. Prima di questo incarico è stato procuratore capo di Roma

Persone citate: Giovanni Maria Flick, Giuseppe Graziano, Michele Coirò, Renato Squillante, Roberto Delfini, Scalfaro, Sebastiano Buongiorno, Umberto I

Luoghi citati: Roma, Terracina