Perugia I pm: più ampia la corruzione

Perugia Perugia Ipm.più ampia la corruzione PERUGIA. Nell'inchiesta di Perugia un magistrato (Orazio Savia), è accusato di aver incassato un miliardo e 300 milioni da un costruttore (Domenico Bonifaci), tramite un avvocato (Sergio Melpignano), anche per «far restare a Roma l'inchiesta su Enimont». Ma non è tutto: «La ricostruzione dei pm lascia intravedere più vaste trame di corruzione». Lo sostiene il tribunale della libertà di Perugia nell'ordinanza con cui ha respinto la richiesta di scarcerazione dei tre arrestati. Un provvedimento che implicitamente avvalora una delle ipotesi circolate in questi giorni in ambienti investigativi: e cioè che a Roma vi sarebbe stata una vera e propria «organizzazione» che operava per intralciare l'inchiesta su Enimont. Nell'ordinanza si parla di «evidente spregiudicatezza della personalità di tutti gli indagati», anche per «gli ambienti ai quali risultano collegati (Pierfrancesco Pacini Battaglia ed Emo Danesi)». Una «spregiudicatezza» che, unita ai «mezzi finanziari di cui dispongono» e alla «capacità di condizionamento» degli altri indagati li mettono «in grado di inquinare le indagini». I giudici sono particolarmente severi con Savia. «L'unico corrispettivo, comparabile a quanto riceveva, che Savia poteva dare ai suoi amici, era l'uso della sua funzione giudiziaria. Non mancano indizi che Savia abbia avuto effettive e concrete occasioni» di farlo. [Ansa]

Persone citate: Domenico Bonifaci, Emo Danesi, Orazio Savia, Pierfrancesco Pacini Battaglia, Savia, Sergio Melpignano

Luoghi citati: Perugia, Roma