«La moneta non è tutta l'Europa» Scalfaro

«La moneta non è tutta l'Europa» Scalfaro «La moneta non è tutta l'Europa» REYKJAVIK DAL NOSTRO INVIATO Oscar Luigi Scalfaro Oscar Luigi Scalfaro, in questa mattina di livida luce atlantica, sembra cercare quella sua faccia rabbiosamente soddisfatta esibita a Roma pochi giorni fa. Ma non la trova. L'espressione un po' così di chi aveva visto confermato un vaticinio nel quale non credeva quasi nessuno, ha lasciato il posto ad un'aria vagamente insoddisfatta. E la delusione, per il Presidente, si chiama Amsterdam, luogo dove la sua vagheggiata «Europa della politica» si è incagliata nelle secche di chi non sa decidere proprio mentre, al contrario, prende forza l'Europa del denaro. «La moneta e l'economia non sono in discussione - replica oggi dall'Islanda il Capo dello Stato con il tono di un pedagogo sempre più stanco -. Ma sono soltanto un contributo, solo una parte della visione politica dell'Europa». Bisogna, cioè, invertire rotta, valutare sforzi e sogni non solo con gli occhi miopi di chi si ferma alle cifre, ma con lo sguardo lungo di chi sa imporsi ed imporre «strategie» e tattiche. Proprio come pareva ormai assodato in quel 13 giugno al Quirinale, con il ruggito del neoprimo ministro francese Jospin ad avallare, in vista del vertice olandese, il «noi l'avevamo detto» sbandierato dal Capo dello Stato e da Romano Prodi. E, invece, no. Quella moneta unica che Scalfaro, da mesi, continua a battezzare come semplice tappa dell'integrazione europea rischia di trasformarsi, almeno per ora, in un angusto traguardo. E' il primo giorno della visita di Stato in Islanda e, certo, queste sono considerazioni che suonano un po' incongrue, pronunciate in un Paese al decimo posto nella classifica degli Stati più ricchi del mondo (l'Italia è diciannovesima) che ha cortesemente rifiutato l'adesione all'Ue in nome di un pragmaticissimo calcolo: l'ingresso lo costringerebbe a piegare a compromessi politici i suoi vitali interessi economici. In altre parole: a rinunciare a parte delle amplissime quote d'una pesca quasi senza concorrenti nell'Atlantico. Ma queste cose, per dovere di ospitalità, Scalfaro non le dice, se non distillando un generico e velato accenno ad una «strategia» europea che impone scelte, anche magari a lunga scadenza, in quanto «la forza della geografia vince su tutte le considerazioni e le impostazioni». Ed anzi: incontrandosi con il presidente islandese Olafur Grimsson, proprio nel cottage in legno chiaro affacciato sulla baia in cui nell'86 Reagan e Gorbaciov dettero il via allo storico Trattato sugli euromissili, loda l'Islanda, «Stato piccolo in cui si fanno cose grandi». Com'è lontana l'Italia da questa «ultima Tuie» dove la luce del giorno, in questa stagione, dura 24 ore ed il tramonto rimane perennemente inchiodato all'orizzonte. E dove un Capo di Stato può rimanere in carica per sedici anni consecutivi, com'è successo alla signora Finnbogadottir eletta per la prima volta nell'80 e che nel '96 ha evitato di ricandidarsi, «per stanchezza». Com'è lontana l'Italia, appunto. Qui non c'è neppure un esercito perché la sicurezza nazionale è appaltata agli Stati Uniti in cambio della concessione di basi militari per l'Alleanza Atlantica. Renato Rizzo Oscar Luigi Scalfaro