Bianco: la dc è morta senza eredi di Antonella Rampino

Bianco: la de è morta senza eredi Bianco: la de è morta senza eredi «Il "congresso'?Solo reduci di una corrente» L'EX LEADER DEL PPI SROMA GUARDO lungo sull'orizzonte, di qua il passato, di là il futuro. Gerardo Bianco è al mare, di domenica, nella sua casa nei pressi della capitale. E forse anche per questo, ripensando al «congresso» della de, sospira: «Ormai, siamo a Melville. Come dice anche Ciriaco De Mita, la Balena Bianca è morta. Ma il problema è che tutti vogliono rifare il Centro. E il centro, è un po' come Moby Dick». E dunque, una rischiosa ricerca dell'irragiungibile: così le sono sembrati i suoi ex colleghi di partito, Forlani, Gava e Piccoli? «Quel "congresso", chiamiamolo così, era la riunione dei reduci di una corrente, il Grande Centro. Una conventicola di reduci. Il punto è non disperdere il grande patrimonio culturale che la de ha rappresentato, e questo l'ha già fatto qualche settimana fa un convegno della Fondazione Moro, largamente ignorato dalla stampa tutta. Per il resto, tornando a Melville, la Balena Bianca è stata arpionata, fiocinata per varie ragioni, e uccisa, anche per opera degli stessi che avrebbero dovuto difenderla». Infatti Forlani ha lanciato il suo (ri/accuse»: stava pensando a Scalfaro, secondo lei? «Non so se Forlam volesse real- mente parlare di Scalfaro. Ma certo il suo atto di accusa, che ci sia stata un'alterazione di quel che era realmente accaduto, beh, su questo Forlani ha perfettamente ragione. Il sistema giuridico italiano è quello che è, la magistratura ha visto le cose in modo distorto. Le nostre erano contribuzioni volontarie, non fatti di corruzione. E la prova spa proprio nel fatto che il decreto Conso fu respinto da un attacco violentissimo della magistratura. E poi bisogna anche dire che gli stessi del "congresso" dell'Ergife, tra il '92 e il '94 non hanno avuto la forza e il coraggio di affrontare la questione». Insomma, la de è scomparsa dall'orizzonte politico per colpa della magistratura. ! «Ma per carità! La de è scomparsa per via della perdita della funzione di diga nei confronti dei comunisti, perché la società italiana era diventata proprio grazie al nostro partito più libera ed autonoma... E poi un po' di colpa ce l'ha anche il governo Amato, che ci ha messo in contrasto con ceti come i commercianti e gU artigiani. Ma, per carità, noi ci eravamo resi conto che il risanamento economico era necessario. E poi, soprattutto, ci ha nuociuto la troppo lunga permanenza al potere». Cosa che faceva dell'Italia una democrazia incompiu¬ ta... «Certo, ma le proposte che oggi la Bicamerale prende in considerazione noi le avevamo già avanzate, e furono bloccate. Ma c'è da distinguere sul ruolo del partito e la sua classe dirigente, la quale non è stata affatto ottusa». E quando la de avrebbe cercato di introdurre l'alter¬ nanza in Italia? «Con Moro, anche se io non ero d'accordo, e il suo governo di solidarietà nazionale. E poi le riforme che negli Anni 80 furono bloccate dal pds e dal psi». Vedo che l'orgoglio democristiano dal «congresso» dell'Ergife è arrivato a lambire anche lei. Ma cosa ne pensa della tanto chiacchierata confluenza tra il partito di cui è stato penultimo segretario, i Popolari, e il Polo? «Non esiste proprio, ha ragione Franco Marini. Che ci possano essere valutazioni convergenti sulla sistemazione del problema giudiziario è un fatto normale. Ma questa non è la convergenza con Berlusconi: sono solo cose che fan parte da armi della cultura del partito». E cioè la cultura del partito starebbe nella tendenza, co- munque, a convergere... «Certo. E comunque, che la magistratura sia un potere che si autogestisce, e che è spropositato, questo è un problema che la de ha posto negli Anni Settanta». Bianco, chi è oggi l'erede della de? C'è chi dice che sia Fini, anche perché ha mandato i suoi uomini in Bicamerale a lezione da De Mita, a quanto si dice. «Questa è un'enormità. Le figure fondamentali del partito erano Sturzo, De Gasperi, Moro e Vanoni. Nemmeno Sceiba, per dire un democristiano di destra, potrebbe stare alla pari, figuriamoci Fini. E anche Forlani: che enormità legittimare Berlusconi come erede del partito di Sturzo e De Gasperi». Antonella Rampino L'ex segretario della de Arnaldo Forlani

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