«Una consorte ermafrodita non invalida il matrimonio» di R. Cri.

«Una consorte ermafrodita non invalida il matrimonio» La Cassazione «boccia» una richiesta di danni «Una consorte ermafrodita non invalida il matrimonio» ROMA. I problemi sessuali di un coniuge non bastano per attribuirgli la colpa del fallimento dell'unione, se è accertato che i due già non andavano d'accordo per altre ragioni. E, anche se lui ha scoperto solo dopo la separazione di essere stato sposato con una donna che era affetta da ermafroditismo e si era operata, questo non basterà per darle tutta la colpa, visto che la convivenza era d'venuta intollerabile per i frequenti litigi tra i due e non per il passato della donna. Lo sostiene la I sezione civile della Cassazione, che ha rigettato il ricorso con il quale un uomo chiedeva di addebitare alla moglie la separazione, perché lei gli aveva nascosto di aver subito da piccola un'isterectomia, che «le impediva di avere figli e normali rapporti sessuali» e, inoltre, contrayvènendo ai doveri del matrimonio', aveva taciuto il suo passato da ermafrodita. Nonostante questo, però, la corte d'appello non aveva voluto esaminare i documenti sanitari che confermavano «la slealtà della moglie». Per la Cassazione, invece, la sentenza d'appello è corretta perché, pur non avendo esaminato ì documenti sanitari, ha fondato la sua decisione sul presupposto che a determinare la fine dell'unione, come affermato dagli stessi coniugi in primo grado, erano stati i continui litigi su questioni economiche, che nulla avevano a che fare con il passato della donna. Questa sentenza è stata giudicata come «una prova concreta di progresso» da Eva Robin's, l'ermafrodito più conosciuto d'Italia. [r. cri.]

Persone citate: Eva Robin's

Luoghi citati: Italia, Roma