«Una sentenza sconcertante» Bambini di Satana, procura all'attacco di Tn. Ost.

Cronache E' polemica dopo l'assoluzione, i genitori di Federico: «Il dolore c'era prima e c'è adesso» «Una sentenza sconcertante» Bambini di Satana, procura all'attacco BOLOGNA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il giorno dopo la sentenza di assoluzione «perché il fatto non sussiste» di Marco Dimitri e degli altri cinque adepti della setta dei Bambini di Satana, accusati di stupri rituali ai danni di due minorenni e di un bambino di due anni e mezzo, in procura a Bologna regna lo sconcerto. Pur prudente, il procuratore della Repubblica Ennio Fortuna non nasconde la sua perplessità: «La posizione dell'ufficio è quella di aspettare le motivazioni della sentenza prima di esprimersi nel merito, ma fin d'ora posso dire che la decisione dei giudici mi ha abbastanza sconcertato. Ho seguito passo a passo l'inchiesta della collega Lucia Musti e, nei primi passi, dell'aggiunto Luigi Persico. E' stato un buon lavoro, credo che l'accusa fosse fondata su elementi validi. Insomma, anch'io ci credevo. Prendo atto della sentenza, che comunque rispetto». Fortuna sottolinea il riferimento che si fa nella sentenza all'art. 530, la formula che nel codice ha sostituito la vecchia insufficienza di prove: «Dimostra che si è trattato di una camera di consiglio sofferta. Solo con le motivazioni si capirà a quali capi di imputazione sia riferito il dubbio, ma fin d'ora si intuisce che c'è ampio spazio per una lettura della vicenda in chiave accusatoria, per cui l'ufficio si riserva la possibilità di ricorrere in appello». Ad accrescere lo sconcerto del procuratore anche il fatto che gli imputati siano rimasti fino all'ultimo in carcere: «La cosa mi ha colpito. Sono stati tenuti in galera fin dal 13 febbraio dello scorso anno. Una decisione ribadita dallo stesso tribunale che poi ha assolto. Ciò mi rende perplesso. A me l'accusa sembrava solida, ma evidentemente non sembrava tanto debole neppure ad altri». Per il pm Lucia Musti, che aveva chiesto la condanna per tutti e sei gli imputati, l'impianto dell'accusa resta valido. «L'accusa - dice - non era un teorema, ma un insieme di prove, di consulenze, di riconoscimenti di persona, tutti positivi e gli elementi raccolti erano sufficienti per un giudizio di colpevolezza. Ma evidentemente è più tranquillizzante pensare che a Bologna e dintorni il satanismo non si manifesti anche attraverso la perpetrazione di reati». Più cauto, il procuratore aggiunto Luigi Persico: «Di fronte ad un dispositivo pronunciato dopo un lungo e minuzioso dibattimento, da un collegio composto da magistrati di riconosciuta grande professionalità, è opportuno astenersi da qualunque valutazione. Aspettiamo le motivazioni». Si associa invece al pm Musti l'avv. Maria magistrelli, legale di parte civile nell'interesse dei familiari di Federico, il piccolo che sarebbe stato seviziato dai Bambini di Satana. Sottolinea l'avvocato: «Il fatto che siano stati assolti con la formula dell'insufficienza di prove non vuol dire che il fatto non sia stato commesso. Sono contenta dell'intenzione manifestata dal procuratore capo di Bologna di impugnare questa sentenza. Spero che nel processo di appello si faccia più chiarezza». La sentenza assolutoria ha riaperto una ferita mai rimarginata per i genitori di Federico che, per il momento, preferiscono non fare commenti sulle sei assoluzioni. Spiega la mamma del bambino: «Il dolore c'era prima e rimane adesso. Ma sarebbe rimasto anche in caso di condanna, perché non avrebbe comunque cancellato quello che è successo. E' difficile esprimere quello che io e mio marito sentiamo dentro». [tn. ost.]

Persone citate: Ennio Fortuna, Lucia Musti, Luigi Persico, Marco Dimitri, Musti

Luoghi citati: Bologna