«Cantone coprì un delitto» di Francesco Grignetti

9 Il comandante dei para: siamo alla pura allucinazione, querelerò chi sparge queste voci «Cantone coprì un delitto» Dalla Somalia attacco al generale ROMA. L'ultima delle accuse che arriva dalla Somalia, naturalmente tutta da verificare, ha davvero dell'incredibile: secondo Abdi Hassan - un somalo che dice di aver fatto l'interprete per il nostro contingente a Mogadiscio - un ufficiale dei bersaglieri, più precisamente un maggiore del terzo reggimento della brigata «Legnano», avrebbe stuprato e ucciso un bambino di 13 anni dalle parti dell'ex ambasciata. Il somalo racconta di averne parlato con il generale Luigi Cantone, all'epoca vicecomandante del contingente. «Passata circa un'ora, mi hanno liquidato le mie spettanze fino al 20 marzo 1993 per un totale di 108 dollari, compreso un premio di 10 dollari». Vero? Falso? Sicuramente choccante. Fatto sta che il generale Cantone - attuale comandante della brigata Folgore, ma già destinato a essere sostituito fra qualche settimana - al telefono con i giornalisti è sbottato: «Non mi dica niente. Sarà di certo un'altra bordata contro l'esercito. Sono stanco di sentire queste storie. Lunedì ne parlerò al procuratore militare. Per noi ormai è impossibile difenderci. Non resta che trovarsi un avvocato per querelare chi ci diffama. Raccomanderò la stessa cosa a tutti i dodicimila militari italiani che hanno operato in Somalia. Ormai abbia- mo superato la fase delle accuse. Ora siamo alla pura allucinazione». Altro che malessere. Il mondo militare è sull'orlo della crisi di nervi. E' chiaramente quanto teme il sottosegretario alla Difesa, Massimo Brutti, che ieri ha incontrato di persona i para: «So che siete amareggiati, ma bisogna stringere i denti e arrivare alla verità. Se saranno trovati i responsabili, pochi o molti non interessa, vanno messi fuori e perseguiti. Il governo vuole vederci chiaro. E difenderà l'onore e il prestigio delle forze armate respingendo gli attacchi strumentali». Nelle stesse ore in cui manifestavano gli autonomi dell'ultrasinistra, e mentre Rifondazione e Verdi insistono nella richiesta di sciogliere la brigata Folgore, Brutti ha cercato di tranquillizzare gli animi dei militari. «Per le forze armate, la brigata Folgore è una risorsa insosti¬ tuibile. Qui non si scioglie niente. Sarebbe una sciocchezza. In Canada hanno sciolto un battaglione aviotrasportato: è come ammettere una sconfitta. Non abbiamo intenzione di prendere in considerazione tali proposte irragionevoli». Ma il sottosegretario pidiessino non risparmia la franchezza: «Se i fatti fossero confermati, non ci sarà nessuna indulgenza. E se vi è stata omissione di vigilanza e di controllo, anch'essa verrà perseguita. Non sarebbe giusto prendersela soltanto con i subalterni». Da notare che ieri mattina, con procedura insolita, il Quirinale ha dato il suo autorevole avallo alla linea dura. Chiamando al Colle il sottosegretario Rino Serri (Esteri) che «dovrebbe recarsi prossimamente a Mogadiscio», Scalfaro ha provveduto a lanciare un messaggio pubblico. Sappiano dunque i somali, ma ancor di più gli italiani, specie quelli con le stellette, che «le autorità italiane sono determinate a fare rapidamente piena luce su tutti gli atti di violenza che possono essersi verificati e a colpire chi risulterà responsabile». Ma l'accenno di Brutti al «mancato controllo» rinvia direttamente alla posizione del generale che comanda la Folgore, Luigi Cantone, già vicecomandante della spedizione in Somalia, oggi con un incarico importante in Albania. Cantone sarà sostituito a metà luglio. Lui dice di essere «sereno». Il sottosegretario Brutti precisa che «l'avvicendamento non ha alcuna valenza politica e non c'è nessun significato misterioso». A sostituire Cantone andrebbe il colonnello Enrico Celentano, che in Somalia ha comandato il contingente italiano nella zona di Balad. Si schiera con la Folgore, intanto, la destra. Secondo Maurizio Gasparri, An, «la visita con piglio stalinista di un sottosegretario ha fatto capire che la vera intenzione del governo è lo smantellamento delle forze armate». Pier Ferdinando Casini, Ccd, denuncia la «trappola di chi ieri applaudiva l'armata rossa e oggi vuole mettere le mani sull'esercito italiano». Francesco Grignetti Un interprete: era vicecomandante del contingente, gli denunciai lo stupro e l'uccisione d'un ragazzino da parte di un bersagliere. Dopo un'ora mi liquidarono le mie spettanze 1 Un momento del corteo contro la Folgore che si è tenuto ieri a Pisa

Persone citate: Brutti, Enrico Celentano, Luigi Cantone, Massimo Brutti, Maurizio Gasparri, Pier Ferdinando Casini, Rino Serri, Scalfaro, Verdi