Toni Negri vuole tornare in Italia

Toni Negri vuole tornare in Italia Rossanda: regolerà i suoi conti ma è ora di chiudere gli Anni di Piombo Toni Negri vuole tornare in Italia A luglio: lo attende una condanna a 12 anni ROMA. Toni Negri, il professore padovano teorico e leader dell'Autonomia negli Anni Settanta, avrebbe deciso di ritornare in Italia. Lo attende una condanna a 12 anni per banda armata. Negri si era rifugiato a Parigi nel 1983. Prima della «fuga» aveva già scontato oltre 4 anni di carcere ed era stato eletto in Parlamento nelle liste radicali. Aveva deciso di espatriare mentre la Camera stava approvando quattro richieste di autorizzazione a procedere nei suoi confronti. In questi tre lustri a Parigi Toni Negri ha insegnato alla Sorbona. Oggi ha 64 anni, ha alcuni problemi fisici e molta nostalgia per l'Italia. E' per questo, si dice negli ambienti della sinistra parigina, che il «professore» ha deciso di tornare in Italia e di affrontare il carcere. Il rientro dovrebbe avvenire il primo luglio. «Mi sembra un gesto da apprezzare - ha commentato Giuliano Pisapia (Pro), presidente della commissione Giustizia della Camera -, un gesto che potrà aiutare a sbloccare il discorso di trovare una soluzione poh'tico-giuridica agli anni di piombo». Anche il sostituto procuratore di Milano Armando Spataro, che al tempo del terrorismo si occupò delle indagini sull'Autonomia che portarono a Milano alla condanna definitiva per Toni Negri, giudica favorevolmente questa ipotesi di ritorno in Italia. «Il punto importante - ha detto Spataro - è che Negri torna da colpevole, condannato definitivamente come capo di un'organizzazione terroristica, senza alcuna possibilità di erro¬ re giudiziario». «H rientro di Toni Negri - scrive Rossana Rossanda in un articolo che esce oggi sul «manifesto» - sarà utile non solo per chiudere la sua posizione giudiziaria ma anche per far riflettere il nostro Paese sulla misteriosa incapacità di risolvere, con una misura ragionevole, la situazione di coloro (meno di 400 persone) che trascinano dagli anni dell'emergenza processi o condanne senza fine». «Ai tempi della fuga di Negri scrive ancora Rossanda - fecero strage il reato di opinione e quello associativo, ci fu l'uso straripante dell'associazione sovversiva e financo di banda armata, per incorrere nel quale non è occorso usare armi e neppure detenerle. Di quegli anni - prosegue - anche il processo a Sofri è una coda avvelenata: bisognava condannare tutti coloro che avevano fatto parte di quel movimento, a qualsiasi costo, con prove e senza prove. Non sarebbe ora di chiudere questo capitolo?», [r. i.l Toni Negri il professore padovano teorico dell'Autonomia negli Anni Settanta

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