«Giallo» sulla salute di Gorrini La compagna: è grave. Dal carcere: sta bene di Paolo Colonnello
=1 Ha un ictus cerebrale, o i postumi di un piccolo intervento chirurgico? «Giallo» sulla salute di Corrili La compagna: è grave. Dal carcere: sta bene MILANO. Colpito da un ictus cerebrale, con problemi di deambulazione e difficoltà di parola. Insomma, talmente malato da non poter più stare in carcere. «In buone condizioni di salute, tanto da non essere stato nemmeno trasferito in infermeria», sostiene però il carcere. Lo stato di salute di Giancarlo Gorrini, l'ex presidente della Maa assicurazioni - condannato per appropriazione indebita e falso in bilancio a tre anni di reclusione, ma più noto come «grande accusatore» di Antonio Di Pietro per il prestito di 100 milioni - è diventato un «giallo». L'allarme sulle sue condizioni è stato lanciato prima dalle colonne del Foglio e del Giornale, quindi ieri dalla sua compagna di vita Donatella Turri Gandolfi e dall'avvocato Carlo Taormina, che in mattinata ha presentato un'istanza urgente di scarcerazione, allegando una cartella clinica spaventosa. Ma dal carcere di San Vittore, dove Gorrini è detenuto da circa tre mesi, notizie allarmanti sul suo stato di salute non se ne hanno. Al punto, fa notare la direzione del penitenziario, che Gorrini «risulta tutt'ora alloggiato in una cella del sesto raggio, anziché in infermeria». E ieri mattina ha ricevuto la visita di un parlamentare di Forza Italia e di un giornalista. Non solo: i responsabili del centro clinico escludono «nella maniera più categorica che Gorrini possa aver avuto un ictus». Anche perché «un detenuto con una patologia così grave, di chiunque si trattasse, non rimarrebbe in carcere né al centro clinico un minuto in più, sarebbe una irresponsabilità gravissima». Gorrini, sostengono, «ha subito un piccolo intervento una quindicina di giorni fa e ora sta abbastanza bene». Eppure ieri, Donatella Turri Gandolfi è arrivata a palazzo di giustizia in lacrime. Gorrini, sostiene la donna, dopo aver subito 15 giorni fa un intervento all'ernia inguinale, «è stato colpito da un ictus cerebrale» e le sue condizoni di salute «sono drammatiche». «La giustizia - ha detto - è cieca, sorda e muta. Non vede che Giancarlo sta male, non sente le nostre richieste di arresti domiciliari e non ci risponde. Quando lo hanno arrestato aveva 63 anni. Da 12 anni soffre per una placca di colesterolo alla ca roride dalla quale, quando è par ticolarmente agitato, si staccano dei trombi che gli provocano ischemie cerebrali. Ma poco tem po fa ha avuto un ictus. Per que sto hanno fissato un'udienza ur gente, pensate, per settembre, nella quale dovranno riesaminare la sua situazione. Ora ho chiesto di nuovo che lo mandino a casa». La donna ha sostenuto quindi che Gorrini non riesce nemmeno ad andare al gabinetto, «un cesso alla turca che non è in grado di usare e che gli ha provocato l'ernia inguinale». E proprio per questo problema, Gorrini è stato operato nel centro clinico del carcere. «A dire il vero - ha continuato Donatella Turri - avrebbe potuto farsi operare all'esterno ma lui non ha voluto perché non voleva uscire in manette e trascorrere la convalescenza piantonato, lui che si sente innocente». L'intervento, a detta della stessa signora, «è riuscito». Ma alcuni giorni dopo, Giancarlo «ha avuto un'eclissi, non ci vedeva da un occhio. Un medico ha fatto una relazione dichiarando che Giancarlo avrebbe potuto avere un'altra ischemia. Io non voglio altro che venga a casa, dove c'è un gabinetto e può essere curato. Lui sente che il fisico lo sta abbandonando, ma vuole lottare. Parla a fatica. Io sto cozzando contro il vuoto, nessuno risponde. Non mi resta che sabre sul Colosseo e dire che mi voglio buttare, forse qualcuno si occuperà di Giancarlo». Rincara la dose l'avvocato Carlo Taormina: «Il nostro perito parla di autentico pericolo di vita per Gorrini. Una situazione drammatica che avevamo già fatto pre¬ sente al tribunale di sorveglianza, ma secondo i giudici Gorrini sarebbe compatibile col carcere. Io credo che il mio cliente sia l'unica persona in Italia costretta a scontare tre anni di prigione per un falso in bilancio. Persino ai rapinatori viene concesso l'affi damento ai servizi sociali. Io so soltanto che Gorrini sta perdendo la memoria e forse qualcuno sarà contento». Paolo Colonnello Giancarlo Gorrini ex presidente della Maa Assicurazioni
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