«Albania rischio agguati per gli italiani» di Vincenzo Tessandori
Bloccato un nostro convoglio nel Sud, autoblindo ed elicotteri mettono in fuga i banditi TIRANA Bloccato un nostro convoglio nel Sud, autoblindo ed elicotteri mettono in fuga i banditi «Albania, rischio agguati per gli italiani» Allarme rosso del Sismi: provocazioni in vista delle urne TIRANA A mitra e cannoni spianati e con gli elicotteri d'assalto pronti a far fuoco. E' stata liberata così, ieri mattina, dai militari italiani la strada che da Sud, da Valona, sale a Durazzo e Tirana, e che i banditi avevano sbarrato con due auto. Dopo la sparatoria nella quale, l'altra sera a Elbasan, un piccolo narcos è stato freddato da un soldato greco, è sembrato il prologo di una giornata che avrebbe potuto risultar convulsa ma che, al contrario, è filata quasi liscia, per quanto possano esser lisci i giorni di Albania. Ma i venti che soffiano sono pessimi: un rapporto del Sismi inviato a Roma sottolinea il timore che nei prossimi giorni, e con l'avvicinarsi delle elezioni, si moltiplichino gli scontri a fuoco e ogni volta che le armi urlano, si rinnova il rischio che vengano coinvolti i militari della Forza multinazionale di protezione, dunque, soprattutto gli italiani. Dunque, ieri. Un convoglio di multare, intorno alle 9, ha lasciato Fier, città industriale a Nord di Valona. La strada è stretta, tormentata, spesso battuta da bande armate. Una, formata da una ventina di «banditet e rrugve», banditi di strada, ha sbarrato la carreggiata con due auto. Il blocco è stato posto 5 chilometri à Nord della città, dietro a una curva. I predoni erano armati con bombe a mano, una mitragliatrice Rpk calibro 7,62, quella pesante col caricatore a disco sopra la canna, e, naturalmente, con i Kalashnikov. I tre camion della brigata Friuli si sono dovuti arrestare e i bersaglieri hanno a loro volta spianato le armi. Gli altri non intendevano mollare, contando sul numero e sulle armi. Così, per radio i militari hanno dato l'allarme e da Valona è partita una colonna con i bersaglieri e due blindati Centauro, quelli con i cannoni da 105 e che su strada toccano anche i 120 chilometri all'ora. E i due blindati correvano verso Nord, mentre il comandante, colonnello Vincenzo Lops, raccomandava ai soldati bloccati in mezzo alla strada di non perdere il sangue freddo. E' apparso chiaro fin dal primo momento che l'intervento avrebbe dovuto esser deciso e così dall'aeroporto di Rinas sono stati fatti decollare due Mangusta, gli elicotteri d'assalto armati con razzi e mitraglie. Superato il ponte di Fier, gli uomini della colonna di soccorso hanno circondato la zona e puntato le armi sui banditi. «Toglietevi di torno. Lasciate le armi e liberate la strada. Lo sapete che è nostro compito sorvegliare le vie e proteggere i convogli». Dietro alla barricata e ai massi ai bordi della strada, i banditi hanno fatto i loro conti: la voce dell'ufficiale non aveva niente di amichevole, al contrario, il tono sembrava quello di un ultimatum. E lì davanti non c'erano più quei tre piccoli camion da depredare, ma le sagome ostili delle autoblindo e in cielo si erano già visti i due elicotteri. A quel punto ai «banditet e rrugve» rimanevano due alternative: o battersi con i mUitari o battersela. Saggiamente, e per fortuna di tutti, occorre aggiungere, hanno scelto la seconda, deposto le armi e liberato la carreggiata. Dal blocco dei tre mezzi militari era trascorsa un'ora. Vincenzo Tessandori Il comandante dei carabinieri Sergio Siracusa è a Tirana con le truppe italiane
Persone citate: Sergio Siracusa, Vincenzo Lops
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