Lobbisti di lusso per Iran e Iraq di Maurizio Molinari

s Lobbisti di lusso per Iran e Iraq Prodi e Dini attenti alla politica nel Golfo ROMA, C'è anche il Medio Oriente nell'agenda della missione americana di Prodi e Dini. H presidente del Consiglio è intenzionato a sottoporre a Clinton, a Denver, la questione-Iran, mentre il capo della Farnesina ha in programma a New York un incontro con Tareq Aziz, numero due di Saddam. Palazzo Chigi e la Farnesina non vogliono lasciare a Parigi il ruolo di protagonista europeo in Medio Oriente, e disegnano una strategia di «reciproca apertura» verso i due Paesi che scottano. Con Prodi più attento a Teheran e Dini a Baghdad. H consigliere per gli affari iraniani di Prodi è Gianclaudio Bressa, astro nascente dell'Ulivo e presidente dell'Associazione di amicizia con Teheran. «La vittoria di Seyed Khatami alle presidenziali - dice - ha aperto una fase nuova e l'auspicio è che l'Iran torni a diventare un interlocutore». Apparentemente tutto è fermo. L'ambasciatore Ludovico Ortona (come gli altri suoi colleghi euro- pei a Teheran) è tornato in patria dopo la crisi innescata dalla sentenza di Berlino sul caso-Mykonos. Ed anche l'abile rappresentante iraniano a Roma, Majid Hiedaiat Zadeh, amico di D'Alema quanto di Fini, è stato richiamato. «Ma non bisogna lasciarsi ingannare - osserva Stefano Silvèstri, dell'Istituto di affari internazionali - la questione è apertissima». Fallita la strategia americana del «reciproco contenimento» di Teheran e Baghdad e quella europea del «dialogo critico» con gli ayatollah, per Silvestri «Washington sta decidendo cosa fare con il presidente appena eletto». La scelta di tempo fatta da Prodi per intervenire su Clinton dunque è giusta. Anche perché l'Italia deve tutelare un interscambio di 3700 miliardi con l'Iran, da cui importiamo il 15,7 per cento del nostro greggio. Ma una richiesta di forte apertura a Teheran rischia di scontrarsi con la recente estradizione negli Usa del cittadino sau¬ dita accusato di essere stato pagato dagli ayatollah per compiere la strage di marines a Daharan. Assai più agibile il compito di Dini. Mercoledì è tornata da Baghdad la missione parlamentare, guidata da Gian Guido Folloni (Cdu), con un appuntamento in tasca: Dini e Tareq Aziz si vedranno lunedì a New York, a margine dei lavori dell'Assemblea Onu. «Alla presenza dell'incaricato d'affari Cesare Ragaglini - racconta Folloni - abbiamo incontrato Tareq Aziz, che ha chiesto di vedere Dini. Ragaglini ha trasmesso la richiesta e Dini mi ha confermato che lo vedrà a New York». Se tutto andrà liscio Aziz, entro luglio, potrebbe venire a Roma. «L'appuntamento è possibile anche se non è in programma» glissa Paolo Fulci, ambasciatore all'Orni. Ma la schiarita fra Roma e Baghdad è nell'aria. Dopo il voto del Senato in aprile contro l'embargo, l'Italia si è prima impegnata per un ampliamento della risoluzione «Oil for Food» (ora di 2 mi¬ liardi di dollari a semestre) e poi racconta il sottosegretario agli Esteri, Patrizia Toia - ha chiesto «di verificare le ispezioni Onu che gli iracheni contestano». Le missioni romane del ministro del Petrolio, Amir Rasheed, e del suo vice, Sami Shiab, hanno fatto il resto. «Oggi l'Italia - commenta Folloni - può affiancarsi a Russia, Cina e Francia nell'apertura a Baghdad». Anche perché in ballo c'è la concessione all'Eni per il campo di Al-Nassiryah, in grado di produrre 300 mila barili al giorno. In corsa però ci sono anche gli spagnoli. «Si è aperta la corsa agli affari del dopo-embargo» dice Antonio Loche, direttore dell'Istituto per l'Asia. Pure Bonn sta per riaprire la propria sede a Baghdad. «Il caso-Iraq è più facile perché nessuno pensa di riaprire a Saddam ma tutti vogliono perfezionare gli aiuti umanitari - conclude Silvestri -, mentre per Teheran il nodo è proprio quali relazioni avere con gli ayatollah». Maurizio Molinari Farnesina e Palazzo Chigi non intendono lasciare a Parigi il monopolio europeo in M.O. Il consigliere per gli affari iraniani del presidente del Consiglio Romano Prodi (nella foto) è Gianclaudio Bressa, presidente dell'Associazione di amicizia con Teheran