Neanche Intini riunisce la sinistra
teli fai Appello di Fassino: entrate nel pds. Boniver: non ci svendiamo a D'Alema Neanche Bulini riunisce la sinistra Polemiche alla presentazione de «I socialisti» ROMA. Il momento più caldo è stato quando, mentre parlava Piero Fassino, la platea socialista (dove c'erano Enrico Manca e Antonio Landolfi, Rino Formica e Paris Dell'Unto) ha cominciato a rumoreggiare e Margherita Boniver, sovrastando il coro di proteste, ha quasi gridato: «Dacci un'altra lezione, Fassino, che non ne abbiamo avute abbastanza, facci sognare, Fassino». Al che il vice-ministro degli Esteri si è praticamente ammutolito. Certo, se qualcuno pensava che la presentazione del Libro di Ugo Intuii «I Socialisti» (edizione Gea), dopo l'annuncio ufficiale della nascita della «Cosa2» il prossimo ottobre, potesse essere l'occasione di un dialogo a sinistra, è rimasto deluso. Anzi. Quell'invito più o meno esplicito di Fassino alla galassia ex socialista ad entrare nel pds, ha avuto come risultato quello di ricompattare le varie anime dell'ex psi, unite nel rifiuto a farsi assorbire dal «grande fratello», o come ha detto la Boniver «a svendere quel che resta del psi a D'Alema». E sì che perfino Emanuele Macaluso, storico tessitore di relazioni fra i due partiti, aveva provato a spiegare la necessità di ricomporre la sinistra. Non esitando, mentre chiedeva ai socialisti un'autocritica assente nel libro di In tini, ad ammettere colpe gravi anche fra gli ex pei, oggi pidiessini, non ultima quella odierna di una mancanza di pluralismo. Ma invano. Con molta franchezza, e pur riconoscendo a Craxi il merito di aver posto per primo le due grandi questioni della modernizzazione e delle riforme istituzionali, Fassino ha chiesto ai socialisti di spiegare «quali ragioni politiche e culturali vi siano per riprodurre oggi una pluralità di partiti di sinistra». Scatenando la bagarre. Enrico Boselli, segretario del «Si», che per ora fa capo all'Ulivo, ha risposto pacato ammettendo la necessità di una comune autocritica ma ha invitato il pds a superare la «vecchia logica annessionistica». E, se ha bollato come «velleitario» il tentativo di far rinascere il psi «perché anche i partiti nascono e muoiono», ha giudicato «altrettanto velleitario pensare che il pds possa diventare il grande partito della socialdemocrazia italiana col 30% dei voti, né sarà il doppio turno elettorale a favorire questo progetto». Così alla fine Intuii, tirando le somme di un dibattito acceso anche nell'analisi storica stimolata dal suo libro, ha concluso rilanciando un processo costituente per l'unità dei socialisti. «Sono rimasti due soli soggetti ben decisi a mantenere l'identità socialista: quello di Boselli e il mio. Insieme abbiamo raggiunto il 3,7% e ora dobbiamo fare un passo avanti verso l'unità», [in. g. b.]
Luoghi citati: Roma
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