«Dietro la strage, Andreotti» di R. I.

Un pentito su Piazza Fontana: era molto amico dei golpisti Un pentito su Piazza Fontana: era molto amico dei golpisti «Pietro la strage, Andreotti» II senatore: mai conosciuto Giannettini MILANO. «Un testimone sostiene che dietro la strage di Piazza Fontana c'era anche Giulio Andreotti». Con queste parole Gaetano Pecorella - legale di Delio Zorzi, considerato l'esecutore materiale della strage - ha commentato in una conferenza stampa l'ordine di custodia cautelare emesso dal gip Enrico Tranfa che ha portato all'arresto di Carlo Maria Maggi e aU'mcriminazione per strage di Zorzi, attualmente cittadino giapponese. Pecorella ha letto una testimonianza di un neofascista, tale Bonazzi, che così racconta: «Giannettini non faceva mistero con me delle sue adesioni al Sid. Ricordo che mi parlò di Andreotti come persona all'epoca pienamente inserita in un processo golpista supportato all'estero dagli Stati Uniti. Questa certezza che lì per lì mi sembrò inverosimile, ac¬ quistò una certa consistenza quando venni a sapere che lo stesso Giannettini, appena uscito di galera, era stato assunto da una società di Ciarrapico, uomo di Andreotti». Smentisce Andreotti: «Non mi pare che io possa essere considerato amico di Giannettini se, in dissenso dal governo che mi aveva preceduto, comunicai al giudice D'Ambrosio che Giannettini era in effetti del Sid - replica il senatore a vita -. Per altro, non l'ho mai visto né conosciuto». Dopo la lettura di questa testimonianza, l'avvocato Pecorella ha chiosato l'impianto accusatorio della procura di Milano sostenendo che sarebbe tutto fondato su materiale d'archivio e aggiungendo che sia i giudici d'appello che di Cassazione avrebbero già considerato inattendibili le dichiarazioni dei pentiti. Pecorella ha aggiunto che i due neofascisti che hanno collaborato con il giudice Guido Salvini - Digilio e Siciliano - non possono essere considerati pentiti perché non hanno ammesso la loro responsabilità nella strage; inoltre hanno accettato di collaborare solo dopo aver ricevuto i benefici di legge. Dopo aver accennato alla vicenda che coinvolgerebbe Andreotti, il legale ha aggiunto che altre fonti - prese in considerazione dalla procura di Milano - attribuirebbero a Mariano Rumor la strategia della tensione. Si capirebbe anche perché nel '73 ci fu l'attentato a Rumor alla questura di Milano: l'ex presidente del Consiglio avrebbe subito l'attentato perché avrebbe «abbandonato» le organizzazioni di destra e la strategia della tensione. [r. i.]

Luoghi citati: Milano, Stati Uniti