Le nozze dell'Ingegnere De Benedetti sposa Silvia Monti
Cerimonia a fine luglio a Torino riservata ai familiari Cerimonia a fine luglio a Torino riservata ai familiari te nozze dell'Ingegnere De Benedetti sposa Silvia Monti ROMA. L'Ingegnere si sposa: a fine luglio a Torino, con una cerimonia riservata ai più stretti familiari. Carlo De Benedetti, torinese, classe 1934, è al suo secondo matrimonio: dalla prima moglie ha divorziato una decina d'anni fa. Anche la sposa, Silvia Cornacchia, è alla sua seconda esperienza matrimoniale: più conosciuta con lo pseudonimo adottato durante la sua carriera di attrice (Silvia Monti, interprete di commedie all'italiana come «Finché c'è guerra c'è speranza») o con il cognome del primo mari- to (Dona dalle Rose), ha ottenuto il divorzio a fine aprile. Carlo De Benedetti e Silvia Cornacchia si sono conosciuti - a quanto si dice - sulla Costa Smeralda, a Porto Rotondo. Tutti e due hanno figli già grandi. Quelli di De Benedetti sono impegnati ormai da anni nell'attività professionale: Rodolfo (35 anni, amministratore delegato di Cir e Cofide), Marco (33 anni, presidente di Infostrada del Gruppo Olivetti) ed Edoardo (trentunenne, medico a Ginevra). Silvia Monti ha un figlio (Leonardo, di 21 anni) e una figlia (Una, ventenne). De Benedetti non è un protagonista di cronaca rosa e la cerimonia, come si è detto, sarà riservatissima. Ma una certa attenzione per l'avvenimento, nonostante il riserbo dei familiari e dei collaboratori, è inevitabile anche perché giunge dopo un altro «divorzio», che deve essere stato assai doloroso per l'Ingegnere: quello dalla Olivetti, che proprio mercoledì ha tenuto la prima assemblea degli azionisti senza la sua presenza. De Benedetti è un protagonista, anche irruento, della scena economica, pronto a gettarsi in duri scontri finanziari (come nelle grandi battaglie perse alla fine degli Anni Ottanta per il controllo della belga Sgb e della Mondado¬ ri). Anche iniziative apparentemente risoltesi in attivo si sono poi ritorte a suo danno: è il caso del breve passaggio nel vecchio Banco Ambrosiano, che gli ha attirato i più gravi fra i suoi problemi giudiziari (con una condanna arrivata sino in secondo grado). Dopo avere debuttato con l'azienda paterna (50 dipedenti), il balzo in primo piano dell'Ingegnere risale al 1976: arnministratore delegato in Fiat. Una convivenza che dura solo qualche mese. Poi il controllo di quella che era e resta il cuore del gruppo, la Cir; poco tempo dopo, l'ingresso in Olivetti. Nel 1983 ne diviene presidente e amministratore delegato: alla guida, del gruppo di Ivrea De Benedetti è poi restato sino all'anno scorso. [r. cri.] Carlo De Benedetti e Silvia Monti sulle nevi di Sankt-Moritz
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