La sfida epistolare del Papa

La sfida epistolare del Papa «Pronto a lasciare Roma e a guidare la resistenza». La Santa Sede: contenuto inverosimile La sfida epistolare del Papa «Breznev, morirò per la mia Polonia» CITTA' DEL VATICANO. Giovanni Paolo II era pronto a tornare in Polonia nel 1980, per opporsi a un'eventuale invasione sovietica: almeno, così fece sapere a Breznev in una lettera scritta di suo pugno, e fatta consegnare segretamente al leader del Cremlino. In realtà, secondo quanto ci hanno detto ieri fonti riservate della Santa Sede, il Pontefice avrebbe inviato una lettera di eguale tenore, «per conoscenza» anche a Ronald Reagan, per tenerlo al corrente di questo momento di particolare crisi nei rapporti già difficili della Chiesa cattolica con Mosca. Il 1980 era l'anno dell'esplosione del fenomeno «Solidarnosc» in Polonia; il regime comunista non era riuscito ad arginare la spinta dei sindacati, e stava aprendosi gradualmente a concessioni democratiche sempre più ampie. Il Cremlino seguiva con grande preoccupazione l'evolversi della situazione, temendo un vero e proprio «effetto domino» sui Paesi dell'Europa Centrale: il contagio polacco. La notizia non è totalmente nuova; se ne è già parlato nel 1980, ma le notizie di fonte tedesca relative al ruolo della polizia segreta, la Stasi, nel «dopo attentato» le hanno dato nuova enfasi. Anche perché l'agenzia AdnKronos, riportando la notizia, scrive che Giovanni Paolo II, in caso di invasione della Polonia da parte delle forze del «Patto di Varsavia», si sarebbe dimesso per combattere alla testa del suo popolo. «Indosserò la divisa - così riporta l'agenzia una frase della lettera, attribuendola al Pontefice -, andrò alla testa del mio Paese con in alto la croce di Cristo». La Santa Sede non conferma né smentisce. Ma ima fonte qualificata, anche se anonima, definisce «inverosimile» il contenuto della citazione; e in maniera non ufficiale anche altri prelati esprimono forti dubbi. Gli esperti vaticani che all'epoca seguivano giorno per giorno gli sviluppi della situazione pensano egualmente che un tono del genere non sia verosimile, così come non credono aderente alla realtà l'ipotesi delle dimissioni di Karol Wojtyla, chiamato da poco più di un anno a guidare la Chiesa universale. In realtà fu la rete televisiva americana Nbc a lanciare per prima l'i¬ potesi secondo cui il Papa avrebbe minacciato Breznev di «abbandonare il trono di San Pietro per tornare in Polonia a guidare la resistenza, se le truppe sovietiche fossero entrate in territorio polacco». L'esistenza della missiva, a Breznev e a Reagan, trova invece la conferma degli esperti. Nel suo messaggio papa Wojtyla avrebbe però semplicemente avvisato che un eventuale atto di forza dall'esterno per soffocare la «primavera» polacca analogo a quello compiuto in Cecoslovacchia nel 1968 avrebbe determinato una situazione totalmente nuova, e di cui la Santa Sede non avrebbe non potuto tenere conto, anche con gesti clamorosi. Ih quell'epoca non esistevano ancora rapporti diplomatici ufficiali, fra Mosca e il Vaticano; per avere un'ambasciata bisogna attendere il 1989, e l'arrivo di Gorbaciov al potere. Ma l'ambasciata di Mosca in Italia teneva comunque aperto un canale con la Santa Sede, ed è probabile che la lettera sia stata fatta arrivare al Cremlino per quel tramite. La Santa Sede non ha mai smentito l'esistenza della lettera. «Ma chiunque conosca il Vaticano, comprende benissimo che Giovanni Paolo II non si sarebbe mai potuto esprimere in quel modo», fanno rilevare oltre il portone di bronzo. Già in passato, l'esistenza della lettera fu implicitamente ammessa: è verosimile - disse l'allora portavoce, padre Romeo Panciroli nel 1982 - che la Santa Sede abbia ritenuto suo dovere far conoscere, per opportune vie diplomatiche, ai dirigenti dell'Urss, le sue vive preoccupazioni in merito alla tensione creatasi già verso la fine dell'anno 1980 intorno agli sviluppi della situazione in Polonia». Marco Tosarti li Papa e Breznev: nel 1980 una lettera di Wojtyla avrebbe fermato l'invasione sovietica della Polonia