Per un voto la Corte Suprema conferma: giustiziate O'Dell di Andrea Di Robilant

Pter un w®0® la feto Sopra»] i : r conferma: giostiziate O'Dell Respinto il ricorso nel caso che ha mobilitato il Papa e l'Italia Pter un w®0® la feto Sopra»] conferma: giostiziate O'Dell PENA DI MORTE IN USA Joseph O'Dell La Corte Suprema ha confermato la condanna a morte per 5 voti contro quattro WASHINGTON. Joseph O'Dell sarà giustiziato. Per un solo voto (5 a 4), la Corte Suprema ha convalidato ieri la condanna a morte imposta da un tribunale della Virginia quasi dieci anni fa per lo stupro e l'omicidio di una giovane segretaria. Finisce dunque nel modo più macabro - O'Dell morirà probabilmente per iniezione letale una saga giudiziaria che ha visto scendere in campo Papa Giovanni Paolo II, il governo italiano e migliaia di attivisti contrari alla pena capitale in Italia e (in misura molto minore) negli Stati Uniti. Lo scorso dicembre, anche in risposta a queste pressioni, la Corte Suprema aveva accettato di esaminare la costituzionalità del processo che portò alla sentenza di morte nel 1988 (allo stesso tempo precisò con enfasi che non era suo compito entrare nel merito della sentenza). Un ounto in particolare andava chiarito. Nel 1994, analizzando un altro caso, la Corte aveva stabilito che le giurie «devono» sapere se l'alternativa alla pena capitale che stanno valutando è l'ergastolo in perpetuità, senza possibilità di rilascio. Quella decisione ebbe subito importanti conseguenze in tutto il Paese: spesso, infatti, le giurie americane comminano la pena di morte perché temono che l'omicida potrà tornare in circolazione dopo qualche anno. Gli avvocati di O'Dell portarono il caso all'attenzione della Corte Suprema sostenendo che la giuria che lo aveva condannato a morte non era stata informata del fatto che se fosse stato condannato all'ergastolo non sarebbe mai più uscito di galera per via di una precedente condanna. La Corte doveva dunque deci¬ dere se la decisione del 1994 avesse valore retroattivo e dunque imponesse la riapertura del processo a O'Dell, il quale tra l'altro ha sempre sostenuto la propria innocenza. E la discussione, incentrata su aspetti piuttosto astrusi del diritto, ha finito per dividere profondamente i nove giudici supremi. «La decisione del 1994 è un elemento nuovo del nostro diritto e dunque non può essere usata per rivedere la condanna a morte (di O'Dell), che risulta definitiva da sei anni», ha scritto il giudice Clarence Thomas a nome della maggioranza (Sandra O'Connor, William Rehnquist, Anthony Kennedy e Antonin Scalia). Altrettanto ferma è stata l'opinione dei quattro giudici dissenzienti (John Paul Stevens, David Souter, Ruth Ginsburg, Stephen Breyer), per i quali la decisione del 1994 in realtà «riconosceva un vecchio e fondamentale principio, già sancito da altri verdetti», e dunque aveva valore retroattivo. Per loro, il processo a O'Dell è stato «ingiusto» e andrebbe rifatto. A meno di sviluppi imprevisti, Joseph O'Dell, che ha 55 anni, sarà dunque messo a morte per lo stupro e il violento omicidio di Helen Schartner nel 1985 a Virginia Beach, nota località balneare della Virginia. Gli avvocati di O'Dell insistono che alcune analisi del Dna dimostrano la sua innocenza. Ma quelle argomentazioni sono già state respinte in appello, e dopo la decisione di ieri della Corte Suprema non potranno più essere usate in un tribunale. O'Dell ha un'ultimissima chance di cavarsela: ottenere la clemenza da parte del governatore della Virginia, George Alien, il quale aveva fatto sapere che avrebbe aspettato la decisione della Corte prima di decidere. Ma tutto sembra indicare che Alien intenda procedere con la sentenza. Andrea di Robilant i : r

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