Ciampi «Un breve rinvio non frena l'Euro»

Ciampi Ciampi «Un breve rinvio non frena l'Euro» BONN. «Un rinvio tecnico della moneta unica non sarebbe un problema». La frase è contenuta in un'intervista realizzata da un settimanale tedesco al ministro del Tesoro italiano, Carlo Azeglio Ciampi. Interpellato sull'italia e l'Unione economica e monetaria, il superministro rileva nella conversazione che «il peggior messaggio per i mercati finanziari sarebbe l'avvio di una discussione sul rinvio» tuttavia, subito dopo, aggiunge che «un rinvio per motivi tecnici dalla primavera 1998 all'autunno non sarebbe un problema». Le frasi vengono citate nel corso dal peridico Wirtschaftswoche in un articolo col titolo «Occhi aperti». Rispondendo ad una domanda sul perché la Banca d'Italia continui a pratica una politica monetaria restrittiva e tenga i tassi di interesse «così alti», Ciampi ha notato che «anche in Italia i tassi diminuiscono. Ma non vi è alcun dubbio che non da ultimo le turbolenze della politica europea inducono le banche centrali ad una grande prudenza. Il peggior messaggio per i mercati finanziari sarebbe l'avvio di una discussione sul rinvio». Anche, incalza subito dopo l'intervistatrice Ulrike Sauer, se lo slittamento fosse organizzato ragionevolmente? «Un rinvio per ragioni tecniche dalla primavera 1998 all'autunno - è la risposta che si legge - non sarebbe un problema. Anche l'avvio del sistema monetario europeo nel 1979 fu ritardato di un paio di mesi. Ma in generale, parlare di rinvio vorrebbe dire suscitare l'impressione di incertezza e di insicurezza». «Un rinvio», si legge in un'altra risposta, «sarebbe uno svantaggio per tutti i Paesi. L'Italia ha, lo riconosco, un interesse specifico ad un avvio puntuale». E un anticipo? «Il nostro obiettivo principale - ribadisce il ministro - è di rafforzare i mercati finanziari nella loro convinzione che il treno dell'Unione monetaria è in corso e che nessuno la può e la vuole fermare». Riferendosi alla «paura» evocata dall'intervistatrice, dei tedeschi che l'ingresso della lira possa portare ad un euro debole, Ciampi spezza una lancia in favore del progetto di unificazione continentale e del risanamento avviato nel Bel Paese: «Dobbiamo ancora eliminare pregiudizi che hanno le loro radici in oltre 20 anni di politica di antistabilità italiana». Allora, prosegue Ciampi nell'intervista al settimale tedesco, «si credeva di assicurare la crescita con la scala mobile e gli aumenti salariali. Agli inizi degli anni novanta abbiamo abbandonato questo feticcio. L'Italia ha finalmente aperto gli occhi». Parlando poi delle discussioni sui possibili riflessi negativi - temuti soprattutto da parte tedesca - di una politica di occupazione sulla stabilità dell'euro, ciampi ha risposto con fermezza: «Non vi è stabilità senza crescita. In un Paese in cui l'inflazione è zero, ma la cui crescita rimane nettamente al di sotto del suo potenziale e che presenta un alto tasso di disoccupazione, insorgono prima o poi tensioni sociali. E allora anche la stabilità è finita». E non c'è un pericolo se la politica monetaria viene strumentalizzata nella lotta contro la disoccupazione? Ciampi non sembra aver alcun dubbio a proposito. «Per me non esiste una politica monetaria slegata dalla politica di bilancio e da quella salariale. La responsabilità per questi tre settori è affidata ad istituzioni diverse, ma nella pratica devono necessariamente essere interconnesse. E questo non compromette in alcun modo l'indipendenza della Banca centrale».

Persone citate: Carlo Azeglio Ciampi, Ciampi, Sauer

Luoghi citati: Italia