Deputato-baby? A 21 anni si può di Maria Grazia Bruzzone

Deputato-baby? A 21 anni si può Deputato-baby? A 21 anni si può Ringiovanire la Camera, solo Buttiglione dice no ROMA. Giulio Andreotti, che del Parlamento è un superveterano, si dice d'accordo. E non ha dubbi anche Pietro Ingrao, il grande saggio della sinistra che è stato presidente della Camera. E allora via libera ai baby-deputati, agli onorevoli ventunenni, se non proprio teenagers, appena usciti dall'adolescenza. Sicuramente non laureati, magari esonerati dal servizio militare. Oltre a ridurre a 400 il numero dei deputati e ad approvare l'impegno costituzionale a promuovere l'equilibrio fra i sessi nelle candidature alle Camere, la commissione Bicamerale ha varato ieri anche una norma che abbassa a 21 anni, dai 25 di oggi, l'età mnnma per accedere a un seggio della Camera. La proposta, che dovrà comunque passare al vaglio dell'aula, come tutte le altre, viene da un emendamento di Rifondazione comunista. «Ventuno anni sono la soglia minima per diventare sindaci. Quale motivo impedisce che si possa anche essere eletti deputati?», ha spiegato Cossutta. An ha dato il suo assenso, e lo stesso Massimo D'Alema si è pronunciato a favore. Insomma, l'idea di ringiovamre la Camera ha raccolto, nella commissione che riforma della Costituzione, un coro di sì. E anche fuori. Il senatore a vita Andreotti, per esempio, un'intera esistenza spesa fra poltrone di deputato, rninistro, presidente del Consiglio, non ha dubbi: «Dal momento che oggi esistono molti più mezzi informativi e anche che lo sviluppo globale delle persone è molto più accelerato di un tempo, essendo io entrato a Montecitorio a 26 anni, ritengo abbastanza giusto che a 21 oggi si possa essere deputati. Non ci trovo delle controindicazioni». Informati magari sì. Ma a quell'età crede si possa assere abbastanza maturi per legiferare? Andreotti ridacchia al telefono: «Alcuni possono esserlo a ventuno anni, altri devono aspettare forse i settanta». Altrettanto drasticamente convinto è Ingrao. «Mi pare una buona idea. Non sono d'accordo su molte cose varate o discusse dalla commissione Bicamerale, ma sull'aprire il Parlamento ai giovani non ho dubbi». I giovani sono meno maturi oggi di prima, come vanno dicendo tanti psicologi o sociologi? «Io non ci credo a questa storia dell'immaturità dei giovani. Si tratta di capire caso mai i loro orientamenti, la loro formazione, la loro storia in un periodo tormentato e complesso. In ogni modo penso che immetterli nelle responsabilità della vita politica sia qualcosa che fa bene, non male. Tutta la società cammina a tappe celeri. E io conosco giovani che hanno idee molto più chiare dei vecchi». Unico contrario in Bicamerale Rocco Buttiglione, che ha bocciato la proposta come «pura demagogia». Docente di filosofia prima che onorevole, il segretario del cdu forse proprio in quanto professore si preoccupa del livello culturale dei futuri parlamentari, per lo meno del grado di studi compatibile con la candidatura. «A 21 anni i giovani non sono in grado di aver già finito gli studi unversitari. E' vero che la laurea non è necessaria per diventare deputati, ma magari, visto che il livello di istruzione cresce, sarebbe auspicabile». E i giovani? Giuliano da Empoli, giovanissimo autore di un libro sui padri che rubano il futuro ai figli, è perplesso: «Mi pare una norma puramente teorica, dal valore soprattutto simbolico, perché non credo che di ventunenni eletti ce ne saranno molti. Però mi pare una buona idea, in un momento in cui i giovani sono sempre di meno e rischiano di essere sempre meno rappresentati. Di deputati non laureati del restò ce ne sono sempre stati pochi. Più delicata caso mai mi pare la questione del servizio militare: dovranno trovare un sistema per rinviarlo: potrebbero crearsi situazioni divertenti». Per non dire dell'eventualità di avere magari degli ex deputati già in pensione dopo due anni. «Già, ventiquattrenni pensionati-baby: speriamo che pensino anche a questo». Maria Grazia Bruzzone

Persone citate: Andreotti, Buttiglione, Cossutta, Giuliano Da Empoli, Giulio Andreotti, Ingrao, Massimo D'alema, Pietro Ingrao, Rocco Buttiglione

Luoghi citati: Roma