Non tutti vogliono Johnson ai Mondiali

Non tulli vogliono Johnson ai Mondiali Non tulli vogliono Johnson ai Mondiali Ma dovrebbe esserci una wild-cardper i campioni uscenti Tempo di Coppa Europa, la manifestazione che - in programma nel weekend a Monaco di Baviera - evita all'atletica continentale il confronto con i colossi e per un paio di giorni la fa sentire grande. Ma intanto sono ancora i trials Usa di Indianapolis a tenere banco con i loro inappellabili verdetti, che come sempre hanno fatto vittime illustri: qualcuna sul campo, altre per cause di forza maggiore, acciacchi vecchi o nuovi, che ne hanno impedito (Johnson, Torrence) o condizionato (Devers) la presenza. Così se Drummond può consolarsi di aver fallito la qualificazione nei 100, la gara preferita, con il successo sui 200, Reynolds dovrà rinunciare definitivamente a quel titolo che, prima la squalifica per presunto doping quindi l'ascesa di Michael Johnson, gli hanno precluso. Il simpatico Butch ha azzardato il massimo ed ha perso: un passaggio in 20"7 ai 200 lo ha spompato, facendo sì che il rettilineo finale diventasse un interminabile calvario. «Mi ero preparato con cura - ha poi spiegato - ritenendo di poter aspirare a migliorare il primato del mondo (43"29, ndr) che mi appartiene. Stavo bene e mi sono lasciato trasportare dalle gambe nella prima metà gara: troppo veloce. Così ho pagato nel finale. Peccato davvero...». Il rimpianto di Reynolds è legato alla tuttora incerta presenza di Johnson ai Mondiali di Atene: il texano, infortunatosi a Toronto nella sfi¬ da con Bailey sui 150 metri, ha disertato i trials. Ma la sua assenza alla rassegna iridata pesa come un macigno e allora la Iaaf, nella persona del presidente Nebiolo, ha ipotizzato di concedergli una «wild card». Da questa idea, a catena, le reazioni più disparate: contrarie di coloro che sperano di trarre vantaggio dalla sua assenza, favorevoli se si ritengono i Mondiali una passerella sulla quale è giusto si esibiscano i migliori. Una terza categoria è poi rappresentata da quanti, per credenziali, potrebbe aspirare ad un trattamento pari a Johnson. «L'idea - spiega Giorgio Reineri, portavoce della Iaaf - è che sarebbe bello garantire la partecipazione ai campioni in carica e ai primatisti del mondo, indipendentemente dal limite di tre partecipanti per nazione. Servirebbe anche a differenziare i Mondiali dalle Olimpiadi, tanto più che le gare iridate si svolgono ogni due anni ed è più difficile che un campione scompaia nel frattempo dalla scena. Per ora, comunque, nulla è stato deciso: spetta al Council Iaaf farlo». Visti i tempi stretti, si potrebbe aggirare il problema con una richiesta, da parte degli organizzatori greci, di invitare i campioni uscenti: alla Iaaf toccherebbe così solo un placet sperimentale. Né si può pensare che un'iniziativa del genere favorirebbe soltanto gli Usa, tanto rigida nelle loro selezioni legate ai trials: a usufruirne sarebbero, per esempio, anche Paesi co¬ me Kenya (5000 e 3000 siepi) o Italia (marcia). «Il titolo mondiale oppure olimpico dovrebbe poter essere difeso nell'edizione successiva commenta Alberto Cova, il primo iridato italiano (vinse i 10.000 a Helsinki '83) - non soltanto nell'atletica ma in tutti gli sport. E visto che se ne parla tanto, sarebbe giusto non lasciarsi sfuggire l'occasione. Anche perché il campione che non si sentisse in grado di competere rinuncerebbe per evitare brutte figure». «Fin da quando gareggiavo - aggiunge Maurizio Damilano, oro nei 20 km di marcia a Roma '87 e a Tokyo '91 - sostenevo la partecipazione "over quota" per quanti avevano un titolo da difendere. Invece mi sembrerebbe una forzatura l'invito ad personam. In assoluto, nell'ottica del marketing, mi chiedo se i campioni uscenti non sarebbe bello che gareggiassero con un maglietta Iaaf, iridata, per distinguersi dagli altri. E questo potrebbe avvenire anche in altre manifestazioni, così da far identificare subito al pubblico chi è il detentore dell'alloro iridato». Damilano, dunque, formula un'ulteriore proposta: ma intanto è auspicabile che gli organizzatori di Atene, tramite inviti, o la stessa Iaaf, varando una nuova regola, si sbrighino a liberalizzare la partecipazione, almeno per quanti hanno un alloro da difendere. Giorgio Barberis QUESTI AZZURRI IN COPPA EUROPA Uomini. 100-200: Asuni; 4x100: Attene, Cipolloni, Colombo, Floris e Puggioni; 400-4x400: Aimar, Grandò, Groff, Saber, Vaccari e Mori; 800: D'Urso; 15005000: Di Napoli; 3000: Vincenti; 3000 siepi: Lambruschini; 110 hs: Re; 400 hs: Mori; alto: Bernasconi; asta: Pizzolato; lungo: Bianchi; triplo: Camossi; peso: Fantini; disco: Fortuna; giavellotto: De Gaspari; martello: Sgalletti. Donne. 100-200: Apollonio; 4 x 100: De Angeli, Ferrante, Gallina, Levorato e Luciano; 400: De Angeli; 4x400: Spuri, Perpoli, Barbarino, Carbone e Cola; 800: Salvarani; 1500-5000: Brunet; 3000: Rea; 100 hs: Tuzzi; 400 hs: Barbarino; alto: Bevilacqua; asta: Bresciani; lungo: May; triplo: Lah; peso: Rosolen; disco: Maffeis; giavellotto: Coslovich; martello: Tranchina.