Chechi addio con rimpianti di Gianni Romeo
33 ultimi ori per il ginnasta che finirà la carriera prima dei Mondiali e che vuol chiudere una polemica Chechi, addìo con rimpianti «Con ingaggi da calciatore, farei come loro» BARI DAL NOSTRO INVIATO E' il simbolo dello sport italiano. E' l'azzurro che ai Giochi del Mediterraneo ha vinto più medaglie di tutti: 16, delle quali 12 d'oro, 2 d'argento e 2 di bronzo. Un record destinato a resistere per due buone ragioni: fra oggi e sabato Jury lo arricchirà; e chi gli sta dietro, come Guarducci nuotatore con 11, Menichelli ginnasta e Mennea sprinter con 8, è già entrato nel club degli ex. Sono passati dieci anni dall'esordio: com'era quel Chechi? «Quello dell'87 era un ragazzino di 17 anni con la voglia di spaccare il mondo. A Latakia, in Siria, superai la prima tappa della mia maturazione: un'emozione fortissima». Oggi invece lei è vaccinato? «Le emozioni si provano sempre, nello sport, quando lo si ama. Ma naturalmente sono misurabili a gradi. L'emozione dell'ultima Olimpiade, ad esempio, è stata il massimo. Ma anche qui c'è un po' di ansia. Però un atleta maturo deve saperla governare». Chechi oggi è dunque un atleta maturo che sa gestirsi, che fa bene la parte di uomo simbolo dello sport? «Allude alle tavole rotonde e alle premiazioni? Se uno si sente portatore di un messaggio positivo perché deve rifiutarsi? Di ginnastica si parla una volta ogni quattro anni, alle Olimpiadi. Se contribuisco a suscitare qualche curiosità in più, è mio dovere farlo». Quindi nel suo futuro c'è un ruolo di ambasciatore della ginnastica? «Non ho ancora le idee chiare, ma certo lo sport ormai fa parte della mia vita». Dunque il ginnasta Chechi sta scrivendo l'ultimo capitolo della sua storia d'oro? «Sì, l'ultimo. Che sarà forse un po' lungo. Faccio oggi ai Giochi il concorso a squadre e sabato l'individuale su quattro attrezzi, cavallo con maniglie, parallele, sbarra e, indovini un po', anelli. Poi ci sarà l'Universiade in Sicilia. Infine, prima o dopo i Mondiali, lo stop». Prima o dopo? «Forse prima. La gente ricorda sempre gli ultimi episodi. Se arrivo 3° o 4° ai Mondiali rischio di sciupare un po' della mia immagine». La ginnastica è uno sport davvero crudele? «Non crudele, pesante. Bisogna allenarsi sette o otto ore al giorno e non c'è mai la certezza di aver fatto tutto il necessario per vincere». Quanto tempo dovremo aspettare per avere un altro Chechi? Cosa ci vuole per essere Chechi? «Beh, innanzitutto ci vogliono i capelli rossi. Scherzi a parte, abbiamo atleti fisicamente eccezionali. Devono soltanto fare un salto di qualità a livello psichico». Ma hanno sufficienti motivazioni? Quanto guadagnano? «Se uno inizia a fare sport pensando subito a guadagnare, ha già fallito in partenza. Ci vuole amore, prima. Io oggi guadagno bene, ma quanti anni ci sono voluti?». Per i calciatori è più facile... «E' la regola del gioco, quello è uno sport che incassa. In questi giorni si è equivocato su una mia frase, ad esempio. Io non ho detto che mi spiaceva vedere i calciatori rinunciare alla Nazionale. Mi spiaceva che non fossero alla sfilata, rinunciassero a provare una bella emozione che li avrebbe arricchiti». Però qualcuno di loro ha tagliato la corda... «Se ho paura di farmi male ai Giochi e di perdere un contratto da tre miliardi, faccio bene a tagliar la corda. Magari al posto loro avrei fatto lo stesso». Fra l'altro il calcio le farà un dispetto, oggi, perché ItaliaAlbania è concomitante con i suoi esercizi e le ruberà il video... E' giusto? «E' giusto commercialmente, non moralmente. Lo sport è diventato un fatto soprattutto commerciale, non ci resta che prenderne atto con rammarico ma con serenità». Vi sentite una sottospecie di sportivi? «Ci sono ormai due mondi, il calcio e il resto. Sono mondi talmente diversi che paragonarli oggi è impossibile». Che cosa farà da grande? «Il calciatore...». Gianni Romeo ss CO «9 UT» * * 71 CBS Mal S9B roditi, mm Jury Chechi è il recordman azzurro ( 16 medaglie) ai Giochi del Mediterraneo
Persone citate: Chechi, Guarducci, Jury Chechi, Menichelli, Mennea
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