«Olivetti in pari nel '98» di Valeria Sacchi

I SINDACATI Assente Carlo De Benedetti, in assemblea interviene il rappresentante di Giribaldi «Olivelli in pari nel '98» Ai soci la promessa di Colaninno IVREA DAL NOSTRO INVIATO La prima assemblea Olivetti dell'era post-Carlo De Benedetti fila via liscia, sebbene un po' lunghetta per via degli interventi dei soliti indefessi professionisti. I fondi esteri, americani e inglesi, che insieme sono il primo azionista con il 6,7%, votano compatti (salvo un astenuto) con Cir e Mediobanca sia il bilancio 1996 che l'abbattimento da 3633 a 2354 miliardi del capitale, sotto forma di riduzione del valore nominale delle azioni da 1000 a 640 lire e successivo raggruppamento in 16 nuove ogni 25 vecchie. Una decisione imposta dal rosso di 1406 miliardi della capogruppo. E compatti respingono la proposta di un solitario che chiede l'azione di responsabilità per i consiglieri degli ultimi tre anni, compresi quelli in carica. Non partecipa al voto 1' 1,4% di Luigi Giribaldi, il tallonatore di De Benedetti in Cofide, Cir e ora anche in Olivetti. Ezio Gallo, l'uomo che lo rappresenta a Ivrea, interviene con una certa durezza e una sfilza di domande a raffica, ma poi se ne va prima del finale. L'unica novità sono le dimissioni del vicepresidente Giorgio Garuzzo e del consigliere storico Bruno Adelt, che non vengono sostituiti. Cosicché il consiglio, compresi i cinque nuovi ingressi dell'autunno '96, viene confermato a quindici componenenti. Sul futuro, nonostante l'andamento del '97 sia «in linea con il budget» e la controllata Omnitel «marci verso il milione e mezzo di clienti e il pa- reggio entro il prossimo anno», ie previsioni restano prudenti, per non dire incerte. Per il gruppo, il 1997 chiuderà ancora in perdita sebbene ridotta. Quanto al 1998, l'anuninistratore delegato Roberto Colaninno si limita a commentare: «Siamo nella mani del Signore». Resta deluso chi si aspetta che Colaninno annunci l'arrivo di qualche nuovo azionista, ma i soci attuali possono consolarsi con il fatto che, almeno per quest'anno, «non ci saranno operazioni di ricapitalizzazione». La nuova struttura in holding, la drastica opera di ristrutturazione, la cessione del settore personal a Piedmont e di Syntesis a Siccma, la riorganizzazione dei servizi di informatica in Olsy e il suo rilancio, nonché l'accresciuto valore di Omnitel, consentono a Colaninno di anticipare per la capogruppo Olivetti un risultato 1997 «prossimo al pareggio». I problemi naturalmente sono tanti. Il consolidato 1996 vede i ricavi netti scendere del 15,6% a 8304 rniliardi, e la perdita netta ridursi del 43% da 1600 a 915 miliardi nonostante l'indebitamento finanziario netto balzi da 774 a 1690 miliardi. Ma a fine aprile '97 i debiti finanziari lordi si riducono di 250 mibardi e nel complesso la struttura stessa del debito risulta ripulita, con un taglio forte del debito fornitori e della consistenza del magazzino. Per fine giugno la previsione semestrale di gruppo è di un deficit di 270 miliardi, contro gli oltre 350 del primo semestre '96. In assemblea i rappresentanti dei fondi non prendono la parola se non per le dichiarazioni di voto, che del resto confermano unità di visione con i vertici della società. Quando interviene l'uomo di Giribaldi, molte delle sue domande tendono a capire quanto, in emolumenti straordinari, sia andato all'Ingegner De Benedetti. Mentre Edoardo Olivetti (lontanissimo nipote di Adriano) vuole sapere i dettagli dei 15 miliardi contabilizzati nel '96 per i vari consigli di amministrazione, avvicendatisi in rapida successione. Anche lui con una particolare curiosità per eventuali somme destinate all'Ingegnere. Domande senza risposta, coperte dalla tutela della IV direttiva Cee, come spiega il presidente Antonio Tesone, che si limita a ricordare che l'attuale presidenza onoraria dell'Ingegnere è a titolo gratuito. Al termine dell'assemblea Colaninno non aggiunge molto a quanto ha già anticipato. Conferma il ritorno all'utile per Olsy, ma la sua preoccupazione è altrove, su Omnitel. «L'accordo tra Enel e Deutsche Telecom è una distorsione del mercato - afferma - e se poi il Dect parte, allora il governo mi deve spiegare cosa intende per liberalizzazione e concorrenza». E Infostrada? «La trattativa con France Telecom va avanti, anche se è difficile conciliare i francesi con Bell Atlantic». Valeria Sacchi Abbattuto il capitale Adesso ciascuna azione vale solo 640 lire Carlo De Benedetti, presidente onorario della Olivetti, sopra Roberto Colaninno

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