Meridor (corteggiato dal labour) scuote il governo: al suo posto il falco Sharon? «Non ho più fiducia in Netanyahu»
Meridor (corteggiato dal labour) scuote il governo: al suo posto il falco Sharon? Meridor (corteggiato dal labour) scuote il governo: al suo posto il falco Sharon? «Non ho più fiducia in Netanyahu» Israele, se ne va il ministro delle Finanze TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO Il governo di Benyamin Netanyahu ha subito ieri un duro colpo quando il ministro della Finanze Dan Meridor - una delle personalità più importanti del Likud - ha rassegnato le dimissioni dichiarando di avere «definitivamente perduto la residua fiducia nel primo ministro». L'asse politico del governo israeliano potrebbe adesso spostarsi ulteriormente a destra se il «falco» del Likud Ariel Sharon - attualmente ministro delle Infrastrutture nazionali - accoglierà la proposta di Netanyahu di rimpiazzare Meridor. Sulle cause immediate della crisi, che hanno indotto Meridor ad abbandonare l'incarico, il premier e il ministro delle Finanze hanno fornito versioni contrastanti. Netanyahu ha parlato di insanabili divergenze di opinione sulla politica economica di liberalizzazione valutaria e ha negato l'esistenza di un conflitto di carattere personale. Meridor si è invece detto vittima di una complessa macchinazione politica dove i dissensi sui tagli al bilancio e sulla fluttuazione del cambio dello shekel-dollaro hanno fornito il pretesto per allontanarlo dal tavolo del governo. Nei mesi scorsi Meridor - ex uomo di fiducia di Menachem Begin ed ex ministro della Giustizia aveva aspramente criticato Netanyahu, il ministro della Giustizia Zani Hanegby e il direttore generale dell'ufficio del primo ministro Avigdor Lieberman per il ruolo avuto nello scandalo politico-giudiziario di Hebrongate. Alcuni giorni fa la Corte Suprema ha definitivamente respinto i ricorsi di quanti chiedevano che i tre fossero incriminati: perso il braccio di ferro con il fronte Netanyahu-Hanegby-Lieberman, per Meridor le dimissioni erano divenute pressoché inevitabili. Shay Bazak, un portavoce di Netanyahu, ha manifestato aperto biasimo nei confronti del ministro uscente: «I leader veri si vedono nella loro capacità di tenere il timone» ha detto, andando col pensiero al premier. Meridor, invece, «è uno di quegli uomini che non sono forti abbastanza per affrontare le avversità». Lo stesso Netanyahu ha detto di non essere impensierito dalla defezione del ministro, che segue le dimissioni del ministro della Ricerca scientifica Benyamin Begin e del viceministro delle finanze David Maghen. L'essere solo al vertice, ha detto Netanyahu alla televisione, non lo spaventa. «Certo è più gradevole essere osannati» ha convenuto. «Ma io - ha aggiunto, stringendo i pugni e serrando le mascelle - non stato eletto per esibirmi nelle situazioni semplici. No, io so¬ no l'uomo delle situazioni complesse: per questo sono stato eletto». Di fronte al manifestarsi di profondi dissensi nei vertici del Likud (ieri anche l'ex premier Yitzhak Shamir ha confermato di non avere più fiducia in Netanyahu) il leader dell'opposizione laborista Ehud Barak ha lanciato un appello a Meridor affinché si unisca a quanti lottano per far cadere il governo attuale. Intanto Netanyahu è impegnato a stringere un patto di alleanza con Sharon - uomo forte nella base del Likud - con cui si è incontrato ripetutamente negli ultimi giorni per discutere gli interessi strategici israeliani in vista di una possibile ripresa dei negoziati con i palestinesi sull'assetto definitivo nei Territori. Qualora l'ex generale accettasse l'offerta di passare dal ministero delle Infrastrutture nazionali a quello molto più potente delle Finanze, per i palestinesi (e per gli Stati Uniti) si accenderebbe un segnale di allarme perché allora il «falco» del Likud sarebbe in grado di finanziare in grande stile la colonizzazione dei Territori. Nel frattempo sul terreno la situazione resta molto effervescente. A Hebron (Cisgiordania) si sono verificati nuovi scontri, per il quinto giorno consecutivo, e cinque dimostranti palestinesi sono stati feriti dai proiettili dei soldati israeliani. Aldo Baquis li ministro delle Finanze israeliano Dan Meridor (a destra) insieme con il premier Netanyahu. Meridor si è dimesso per divergenze sulla politica economica di liberazione valutaria
Luoghi citati: Cisgiordania, Hebron, Israele, Stati Uniti, Tel Aviv
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