Erbakan lascia. Turchia, cade il governo islamico

Erbakan lascia Erbakan lascia Turchia, cade il governo islamico ANKARA. Sottoposto a pressioni politiche e minacce di golpe da parte delle forze armate, custodi della Costituzione laica del padre della patria Mustafa Kemal Atatùrk (fondatore della Turchia moderna e del suo sistema inflessibilmente laico), il premier islamita turco Necmettin Erbakan, leader del partito del benessere (refah), ieri ha rassegnato le dimissioni nelle mani del presidente Suleyman Demirel dopo un anno di governo ad Ankara. L'annuncio è stato dato dall'agenzia ufficiale turca «Anadolu», dopo un colloquio durato oltre cinque ore tra Presidente e premier. «Mi dimetto perché sono un vero patriota», ha dichiarato Erbakan ai giornalisti, sottolineando che la sua decisione frutterà la stabilità alla Turchia. «Proponendo un governo alternativo, io garantisco il futuro del Paese», ha detto ancora Erakan, parlando davanti ad un'effigie di Atatùrk. «Con la mia lettera di dimissioni - ha detto ancora Erbakan ai giornalisti - ho spiegato anche al presidente Demirel che abbiamo raggiunto l'accordo di tre partiti alleati» per costituire un nuovo governo, la cui guida sia affidata alla Ciller. Le dimissioni annunciate del primo premier islamita della storia della Turchia repubblicana erano state precedute da quelle di due deputati del refah, Hasan Huseyin Ceylan e Sevki Yilmaz. Si erano così ridotti ulteriormente a 273 (156 del refah) i seggi della coalizione islamico-conservatrice stretta da Erbakan e dal ministro degli Esteri (ed ex primo ministro) Tansu Ciller, leader del partito della retta via (dyp), tre in meno della maggioranza assoluta dei 550 seggi in Parlamento. Ma le dimissioni di Yilmaz e Ceylan, colpiti da provvedimento disciplinare interno del refah per avere attaccato le istituzioni e l'esercito - le loro dichiarazioni sono oggetto di una richiesta di scioglimento del refah presentata dal procuratore generale della Corte suprema d'appello della Turchia, Vural Savas - sono state subito bilanciate dall'annuncio dell'ingresso nel governo dei nazional-religiosi del partito della grande unità (bbp) di Muhsin Yazicioglu, che conta otto deputati. Teoricamente, in base agli accordi di governo, la Ciller dovrebbe subentrare ad Erbakan, ma pare che Demirel a questo punto sia tentato di affidare l'incarico al leader dell'opposizione Mesut Yilmaz, capo dei nazional-liberali del partito della madrepatria (anap) sostenuto anche dal partito democratico della sinistra (64 seggi) di Bulent Ecevit. La permanenza di Erbakan a capo del governo non è durata nemmeno un anno. Ma negli 11 mesi di governo a guida islamica i militari hanno avuto modo di manifestare pericolosamente la loro irritazione, per una serie di concessioni al carattere religioso del partito del primo ministro. [AdnKronos-Agi]

Luoghi citati: Ankara, Turchia