« Non collaborerò mai». Piazza Fontana, l'accusato di Ordine Nuovo nega tutto

Piazza Fontana, l'accusato di Ordine Nuovo nega tutto Piazza Fontana, l'accusato di Ordine Nuovo nega tutto « Non collaborerò mai» Maggi: incastrato dai servizi segreti MELANO. «Collaborerà con i magistrati?» «Mai». Carlo Maria Maggi, il medico veneziano dirigente dell'organizzazione fascista Ordine Nuovo accusato per la strage di piazza Fontana, dopo ore di interrogatorio non ha minimamente cambiato le sue posizioni. E, stando a quel «mai» non ha intenzione di cambiarle. Un «capro espiatorio»: così definisce Maggi il suo avvocato, Marcantonio Bezicheri. «Le accuse - afferma - vengono solo da due pentiti che parlano soltanto da due anni. Ho l'impressione che ci sia l'intenzione di chiudere una pratica aperta, una vicenda scomoda per i servizi segreti di oggi, e si accusa chi non ha nulla da dire, perché non sa nulla». Maggi respinge quindi sia le accuse su piazza Fontana davanti alla gip Clementina Forleo (presenti i pm Massimo Meroni e Maria Grazia Pradella) sia quelle relative alla strage davanti alla questura di Milano, su cui viene interrogato nel tardo pomeriggio dal giudice istruttore Antonio Lombardi. E qui gli viene in soccorso l'autore materiale della strage, 1'«anarchico» Gianfranco Bertoli che continua a sostenere di aver fatto tutto da solo e dichiara: «O i giudici sono impazziti oppure c'è qualcosa che vogliono tenere nascosto». E su presunte oscure trame alle sue spalle si basa la struttura difensiva di Maggi. Che continua a sostenere la tesi della «trappola» che gli sarebbe stata tesa dai servizi segreti tramite il capitano dei carabinieri Massimo Giraudo. «Non mi aspettavo certo di essere arrestato dopo trent'anni - dice infatti Maggi, finito il primo interrogatorio - ma Giraudo me l'aveva detto che se non collaboravo finivo dentro». Per questa tesi Maggi è sotto processo per calunnia. Ma resta il fatto che la procura di Milano ha esonerato Giraudo, principale collaboratore del giudice Guido Salvini, dalle indagini su piazza Fontana. E su queste contraddizioni tra magistrati cerca di inserirsi la difesa di Maggi. A quanto si sa, però, l'interrogatorio di ieri davanti alla Forleo sarebbe stato incentrato sulle motivazioni (pericolo di fuga e di inquinamento delle prove) dell'ordinanza di custodia cautelare. In particolare su alcune in¬ tercettazioni telefoniche ed ambientali. C'è ad esempio una telefonata tra Piero Andreatta e Piercarlo Montagner, i due arrestati l'anno scorso per favoreggiamento di Delfo Zorzi (l'altro accusato per la strage di piazza Fontana) in cui si dice: «Si sono pentiti tutti; resta solo Maggi» e parlano della necesssità di «proteggere e finanziare» il medico. E lo stesso Maggi, riferendosi a quegli arresti, dice alla moglie che per fortuna non hanno parlato, sennò ci saremmo trovati i carabinieri in casa». [r. m.] Il medico veneziano Carlo Maria Maggi ieri è stato interrogato per ore

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