Prodi «Abbiamo fatto il nostro dovere»
Prodi Prodi «Abbiamo fatto il nostro dovere» ROMA. «Il Governo ha fatto il suo dovere, niente di più». Davanti alle nuove conclusioni dei periti sulla vicenda di Ustica, il presidente del Consiglio Romano Prodi sceglie un profilo basso. «Per carità, non parliamo di meriti» aggiunge modesto e, pur ammettendo di aver fatto di tutto perché si potesse accedere a ogni informazione disponibile, riconosce «l'atteggiamento di grande collaborazione» del segretario generale della Nato, quel Gianvier Solanas, spagnolo e socialista, determinante nel «nuovo corso» che sta consentendo al giudice Priore di cominciare a far chiarezza. Soddisfatto anche il presidente del comitato di controllo sui servizi segreti Franco Frattini: «Stiamo arrivando alla verità», commenta. E si dichiara favorevole ad allungare i termini dell'indagine, che dovrebbe essere completata entro il 30 giugno prossimo. Frattini non condivide invece le ipotesi di «complotto» ai vertici dell'Aeronautica avanzate dalla senatrice Daria Bonfietti, presidente dell'associazione Familiari vittime di Ustica. «La conferma della presenza di aerei militari mi pare rafforzi quell'ipotesi di scenario di guerra che noi abbiamo sempre sostenuto, e mette definitivamente in crisi tutta la costruzione che l'Aeronautica ha portato avanti in questi anni», sostiene la senatrice in un dibattito a «Italia radio». Parla di «operazione di depistaggio», ed esorta il governo «a cominciare a fare i conti con tutti gli alti ufficiali implicati». Replica Frattini: «Ci sono persone che si sono macchiate di gravi delitti contro lo Stato. Questi pagheranno: ma sono responsabilità individuali». Un altro battibeccco ha luogo dai microfoni di «Radio anch'io» fra il presidente della Commissione Stragi, senatore Giovanni Pellegrino, e il generale Lamberto Bartolucci, capo di Stato Maggiore dell'Aeronautica ai tempi della tragedia, imputato nell'inchiesta. Pellegrino chiede perché questi risultati si sono raggiunti solo oggi. «Quello che i radar militari e civili hanno visto sugli schermi e sui tracciati che a noi hanno dato quella sera non rivelano nella maniera più assoluta un traffico così intenso come appare sui giornali», risponde il generale. Pellegrino: «Guardi che la perizia si è fatta su nastri nuovi e sempre su quel materiale, ma sulla base di nuovi codici di lettura: l'Aeronatica non li aveva?». Gen. Bartolucci: «E' la prima volta che ne sento parlare», risponde, rinviando ai «tecnici», e, intervistato dal Gr3, più tardi aggiunge: «Dovrei essere imputato di alto tradimento. Avrei omesso di dire cose corrette o non corrette al governo». Ma anche un «tecnico» come l'ex generale Catullo Nardi insiste: «Erano sei e non sette gli aerei in volo la notte di Ustica, ma non erano presenti nello spazio aereo dove il Dc9 ha avuto l'incidente». Del resto, aggiunge, «il relitto testimonia con chiarezza che sul Dc9 non vi sono tracce di missile o di collisione», [m. g. b.]
Persone citate: Bartolucci, Catullo Nardi, Daria Bonfietti, Franco Frattini, Frattini, Giovanni Pellegrino, Lamberto Bartolucci, Romano Prodi, Solanas
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