Retata antidroga. A nove anni «corriere» per il padre di Fulvio Milone

Retata antidroga Retata antidroga A nove anni «corriere» per il padre NAPOLI. «Un giorno e mezzo per le fragole»: a sentirli parlare così sembravano degli innocui commercianti intenti a trattare tempi e modalità della consegna della merce. Invece quei due uomini che si scambiavano poche battute al telefono erano corrieri della droga. Nel loro codice, «fragole», «arance», «maccheroni» e «bottiglie» indicavano la cocaina, l'eroina e l'hashish. E al numero dei giorni corrispondeva la quantità della «roba» che doveva essere inviata: un giorno, ad esempio, significava cinque chili. Non basta: i trafficanti avevano un sistema infallibile per portare la «roba» da un appartamento all'altro. Si servivano di un bambino di nove anni, un involontario baby-corriere che trasportava a sua insaputa le dosi nascoste dal padre in uno zainetto. La banda è stata scoperta dalla Criminalpol, che ha eseguito 43 delle 52 ordinanze firmate dal giudice Maria Teresa Rotondaro. Fra i latitanti vi sono due albanesi e un colombiano che, secondo gli investigatori, mantenevano i rapporti con i fornitori nell'America Latina. Gli arresti sono stati eseguiti, oltre che nel Napoletano e nel Casertano, in Lazio, Abruzzo ed Emilia. La Criminalpol era sulle tracce dei trafficanti dal gennaio '96. Risalgono ad allora le prime intercettazioni telefoniche sulle utenze di alcuni personaggi che trattavano l'acquisto di grosse partite di «fragole» e «arance». A insospettire gli investigatori erano i Pesi di provenienza della frutta: Costa d'Avorio e Colombia, Paesi da sempre produttori di hashish, eroina e cocaina. I grossisti sono stati pedinati per mesi. Fra le persone finite in prigione c'è il padre di F. C, il bambino di 9 anni utilizzato a sua insaputa come corriere. L'uomo nascondeva dosi di cocaina ed eroina nello zainetto del ragazzo e lo inviava dai complici. In un primo momento la polizia ha sospettato che F. C. fosse al corrente della vera natura dell'incarico che il padre gli aveva affidato. Ma quando è stato bloccato dagli agenti che hanno trovato le dosi nel suo zainetto è scoppiato in un pianto dirotto. L'operazione di polizia è scattata in Campania, in Abruzzo e in Emilia nella notte fra lunedì e martedì. Cinquecento agenti sono stati impiegati per eseguire, oltre gli arresti, decine di perquisizioni in provincia di Napoli e di Caserta, a Modena, a Reggio Emilia, a Latina e a Teramo. Nell'elenco degli arrestati figura anche una guardia giurata, Giuseppe Sciarra, che sarebbe stato uno dei responsabili della «filiale» casertana della banda. E' finito in cella anche un commerciante di armi, Michele Capece, che aveva trasformato il suo negozio a Caivano, alle porte di Napoli, in un arsenale a disposizione della banda dei trafficanti. Su quelle armi saranno eseguite perizie balistiche: non è escluso, infatti, che siano state utilizzate dall'organizzazione per compiere alcuni omicidi. Fulvio Milone

Persone citate: Casertano, Giuseppe Sciarra, Maria Teresa Rotondaro, Michele Capece