Caso Alpi, ancora un giallo. Tolta l'inchiesta al giudice
Caso Alpi, ancora un giallo Tolta l'inchiesta al giudice Caso Alpi, ancora un giallo Tolta l'inchiesta al giudice ROMA.Colpo di scena nell'inchiesta sull'omicidio della giornalista Ilaria Alpi. Il pm Giuseppe Pititto, che indaga da anni sull'agguato di Mogadiscio del 20 marzo 1994 dove persero la vita l'inviata e il cameramen Miran Hrovatin, è stato privato d'autorità dell'inchiesta. Con secco ordine, il procuratore capo, Salvatore Vecchione, ha assegnato l'inchiesta a un altro sostituto. Non si conoscono i motivi per la revocata. Nè il magistrato ha voluto commentare il fatto. Ma è di tutta evidenza che il provvedimento del capo ufficio arriva quando Pititto ha lasciato intendere che la morte di Ilaria potrebbe essere collegata con il comportamento del contingente italiano. Pititto, infatti, a differenza del pm militare Antonino Intelisano, non aveva affatto scartato la pista della vendetta anti-italiana. Chi non accetta supinamente il cambio di guida sono i genitori di Ilaria Alpi. Hanno già visto il passaggio di consegne tra il pm Andrea De Gasperis e Pititto. «E nessuno ci disse mai il motivo», dice il padre. Ora un'altra sorpresa. La signora Luciana Alpi è la più colpita. «Sono esterrefatta. Questa per noi è l'ennesima mazzata. Ancora un cambiamento... E' assurdo». I genitori di Ilaria sono smarriti. Dice ancora la madre: «Potrebbe essere un intervento volto a far sì che l'indagine sia ripresa e seguita in modo più mirato. Così come l'ennesimo tentativo di stemperare tutto». L'indagine della Procura di Roma è sostanzialmente a un punto morto. A distanza di tre anni, c'è ancora al lavoro un'equipe medica. Dice Giorgio Alpi: «In pratica devono capire se Ilaria è stata uccisa, come sembra, con un unico colpo e da quale distanza». I genitori sono giustamente amareggiati per i ritardi dell'inchiesta penale. Ma non dimenticano anche il trattamento che Ilaria ebbe al momento dell'agguato. «Nessun medico è stato mandato dal colonnello Cannar- sa, che allora aveva la responsabilità del contingente italiano, in soccorso alle due vittime. Eppure Ilaria, secondo la testimonianza dell'imprenditore italiano Giancarlo Marocchino e di un giornalista, era ancora viva. Dal colonnello Cannarsa, al quale aveva chiesto aiuto, Marocchino si era sentito rispondere: 'caricali sulla tua macchina e portali qui'. Ilaria morì al porto». I coniugi Alpi non escludono neanche loro la pista della vendetta. Ma privilegiano la tesi dell'agguato per chiudere la bocca alla figlia. Chi lega entrambe le piste in un torbido scenario di armi e vendette sono i deputati della Lega Nord. «Le azioni di violenza alla popolazione somala, nonché i traffici illeciti di armi che permisero le lotte intestine inq uelal parte dell'ASfrica, non possono essere disgiunti dall'uccisione di Ilaria Alpi», sostengono Domenico Cornino e Cesare Rizzi. I due deputati hanno presentato un'interpellanza per sapere se «si possa escludere che i fatti testimoniati dal para Patruno possano avere qualche relazione con l'agguato, il quale potrebbe configurarsi come ima rappresaglia somala al comportamento efferato dei militari italiani». [f. gri.] Nella foto in alto il ministro della Difesa Andreatta Accanto, Ilaria Alpi assassinata in Somalia
Luoghi citati: Mogadiscio, Roma, Somalia
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