Ustica, sette aerei militari intorno al Dc9

Presenti anche tre F104 italiani, due degli ufficiali morirono a Ramstein. Dopo 17 anni forse là verità Presenti anche tre F104 italiani, due degli ufficiali morirono a Ramstein. Dopo 17 anni forse là verità Ustica, sette aerei militari intorno al Pc9 La perizia del tribunale: fu un duello tra libici e Nato ROMA. «Una traccia di aereo militare sotto la pancia del Dc-9». Riprende vigore la caccia a una verità inseguita da 17 anni. Ieri si sono concluse le operazioni di deposito della perizia radaristica ordinata dal giudice istruttore Rosario Priore: nella notte, poi, si confermano rivelazioni che si erano già diffuse in questi giorni. E forse ci si sta avvicinando alla soluzione del mistero che inghiottì nel mare di Ustica, il 27 giugno 1980, l'aereo dell'Itavia. La traccia dell'aereo militare rilancia la tesi che a provocare la caduta del Dc-9 sia stato un missile e non una bomba o un cedimento strutturale. H sospetto che nelle vicinanze del Dc-9 ci fossero uno o più aerei militari circolava da tempo. La novità consiste nel fatto che c'è ora la megaperizia, elaborata anche sulla scorta di informazioni Nato. La conferma si avrà non appena le carte saranno state esaminate dal magistrato e consegnate alle parti civili. H materiale è cospicuo: tre casse di documenti (il testo dei periti è scritto in 700 pagine), con allegati, tabulati, mappe e cartine. Grande riserbo sui risultati dell'accertamento tecnico. L'unica indiscrezione riguarda, appunto, la traccia di un jet militare sotto l'aereo dell'Itavia. Ma non é tutto: stando alle prime informazioni quella notte, nel cielo di Ustica, di velivoli militari ne circolavano altri sei: tre FI04 italiani - di cui due pilotati dagli ufficiali Nutarelli e Naldini (periti nella tragedia di Ramstein, in Germania) - due libici, uno francese ed uno americano. Un vero e proprio duello aereo tra velivoli Nato e jet libici, uno dei quali viaggiava «sottoquota» rispetto al Dc-9 per mascherarsi. Quanto agli italiani, avrebbero avuto il ruolo di semplici testimoni. L'attività di consulenza è stata svolta da tre esperti di sistemi radar, i professori Franco Donali, Ro¬ berto Tiberio ed Enzo Dalle Mese, gli stessi che hanno affiancato Priore a Bruxelles, nell'attività di esame delle registrazioni radar raccolte dalle postazioni dell'Aeronautica la sera in cui precipitò il Dc-9 dell'Itavia. Negli ultimi mesi numerose altre piste investigative avevano attirato l'attenzione di Priore. Nell'autunno del '96, ad esempio, si era ventilata la possibilità che a bordo del Dc-9 vi fosse una certa quantità di uranio. Gli investigatori, in ottobre, avevano fatto una nuova ispezione al ministero della Difesa e subito era stato ipotizzato che il fatto fosse da ricollegarsi con le voci che riguardano il possibile trasporto di uranio. In febbraio è Prodi a dare nuove speranze ai familiari delle 81 vittime del disastro: «Apriremo ogni porta», dice alla senatrice Daria Bonfietti, che rappresenta i parenti. Il 2 aprile la conferma di un sospetto: tracce di uranio su un rottame del Dc-9. Gli esperti ritrovano tali tracce nel «reperto 199», che corrisponde alla sezione «stiva» dell'aereo. Dagli esami, nella faccia interna del reperto è stata rilevata la presenza di «torio 234» e di «protoattinio metastabile». Questo confermerebbe che «nella stiva c'è stato uranio». Il 30 maggio spunta la pista mafiosa. Del disastro di Ustica, infatti, parla l'ex mafioso Francesco Di Carlo il quale avrebbe riferito le confidenze ricevute nel carcere in cui era recluso a Londra da un compagno di cella arabo, Hindawi. Secondo costui, l'abbattimento del Dc9 fu dovuto a un missile lanciato durante un conflitto aereo che vedeva coinvolti i libici. Ma diversa è la versione dei fratelli Cozzolino, due palermitani che avrebbero attribuito la responsabilità della strage all'esplosione di una valigetta-bomba. La pista mafiosa viene poi confermata da altri due pentiti: Conte e Elmo. Ora si attende la perizia, [r. r.] Sotto la pancia dei DC 9 viaggia un altro aereo che utilizzerebbe la scia dell'aereo italiano per nascondersi al sistema radaristico. Probabilmente è un aereo militare che, decollato da Tripoli, vola verso Varsavia. BOLOGNA Alle 20.08 il DC9 Itavia decolla, con 81 persone a bordo, dall'aeroporto di Bologna. Viaggia con 2 ore di ritardo rispetto all'orario previsto. Alle 20.59 il DC 9 scompare dagli schermi radar di Fiumicino e Punta Raisi. Alle 22.34 termina la sua autonomia di volo con essa le speranze. m è USTICA Uno dei MIG libici, forse colpito dai rottami del DC 9, si schianta sui monti della Sila. SILA A Alle 20.59 circa il DC 9 sarebbe stato colpito da un missile sparato probabilmente da un aereo militare di una forza militare Nato che cercava di abbattere l'aereo militare libico. PALERMO 28 GIUGNO 1980 IA "MfTAGLIA" M USTICA