Un'«istruttoria» in cortile. Carmagnola, suggestivo spettacolo di Gamna con 50 studenti di Osvaldo GuerrieriPrimo Levi

Carmagnola, suggestivo spettacolo di Gamna con 50 studenti Carmagnola, suggestivo spettacolo di Gamna con 50 studenti Un'istruttoria» in cortile Aguzzini e sopravvissuti, impeccabili Vincenzo Gamna ci ha abituati da tempo a spettacoli non solo formalmente decorosi, ma a un teatro intimamente necessario. Una volta erano gli autodrammi della città di Carignano; di recente sono state le forme del teatro d'autore. In un caso e nell'altro, Gamna non ha mai mirato allo spettacolo per lo spettacolo, ma ha utilizzato il palcoscenico per dare espressione a un comune sentire, o per riflettere come in uno specchio storie concrete di vita, memorie, sentimenti, rimorsi. L'ultimo prodotto, presentato nell'area Vergnano di Carmagnola, s'intitola «IT. 174517». Dietro questa sigla per qualcuno enigmatica si nasconde «L'istruttoria» di Peter Weiss. Ma poiché lo spettacolo è dedicato alla memoria di Pri-. mo Levi nel decennale della morte, ecco l'apparire di quel sinistro «IT. 174517», che fu il numero di matricola impresso sull'avambraccio di Levi nel momento in cui il futuro scrittore entrò nel campo di Auschwitz. Levi e Weiss procedono dunque paralleli, non solo perché lo spettacolo registra la voce dell'uno e quella dell'altro, ma perché l'uno e l'altro esprimono la stessa terribile esperienza: Levi fu testimone diretto di un eccidio che sarebbe delittuoso dimenticare o sminuire; Weiss fu scriba del processo intentato contro gli aguzzini di Auschwitz. Non è un caso che fra i sostenitori dell'impresa, oltre alla città di Carmagnola, alla Provincia di Torino e alla Regione, figuri anche la Comunità ebraica di Torino. Lo spettacolo di Gamna rivela un duplice atteggiamento nei confronti di questa atroce materia: partecipazione emotiva non separata da un lucido distacco storico. Il regista (che ha diviso la responsabilità con Koji Miyazaki) ha lavorato principalmente con una cinquantina di studenti del liceo classico Baldessano di Carmagnola, nei quali si è inserito l'attore Dario Geroldi, che ha prestato la voce fuori campo al personaggio del giudice. Nel cortile dell'antica fabbrica ormai dismessa, e dinanzi alle gradinate per gli spettatori, una vasta pedana recava la stella gialla di David. Oltre la pedana, un vagone ferroviario evocava immediatamente quelle deportazioni che erano tragedia a cominciare dal viaggio. Dal vagone su cui vigilavano due sinistri SS, si catapultavano come fagotti di carne tutti coloro che per varie ragioni (per essere ebrei, o omosessuali, o zingari, o asociali) venivano internati nei campi. Lo spettacolo riproduce lo schema dell'«Istruttoria». I sopravvissuti depongono al processo contro gli aguzzini. Questi sono interpretati dal coro, che naturalmente cerca di minimizzare le responsabilità («obbedivo agli ordini») o le nega. Con le singole testimonianze prendeva consistenza la parata degli orrori che i nazisti perpetravano ad Auschwitz, emergeva la bestialità dei carcerieri, il loro sadismo a volte travestito di buone maniere, come appariva dal comportamento del medico del Lager. Senza una sbavatura, con una secchezza espressiva ammirevole e con una impeccabile geometria d'insieme, i giovani attori hanno dato vita alla rappresentazione di un crimine storico, il cui fantasma è ancora agghiacciante. A fine spettacolo, l'ex deportato Ferruccio Maruffi ha letto il celebre «Canto dei morti invano» di Primo Levi. In quel momento, nel buio denso che separava noi del pubblico da lui, è apparsa una lucciola. Un caso, si capisce. Ma il pulsare minuscolo di quella luce, nella generale commozione, assumeva quasi il valore di un simbolo. Osvaldo Guerrieri Primo Levi: a lui, nel decennale della morte, è dedicato lo spettacolo «IT. 174517», che fu il numero di matricola impresso sul suo avambraccio nel momento in cui il futuro scrittore - entrò ad Auschwitz

Luoghi citati: Auschwitz, Carignano, Carmagnola, Torino