La carta che scoprì il turismo
Mostra «I manifesti delle Alpi italiane» al Museo dell'Automobile Mostra «I manifesti delle Alpi italiane» al Museo dell'Automobile La carta che scoprì il turismo Firme famose fra cuiBoccasile e Depero Immagini dalla pubblicità. Al Museo dell'Automobile «Carlo Biscaretti di Ruffìa», in corso Unità d'Italia 40, s'inaugura giovedì, alle ore 18, la mostra I manifesti delle Alpi italiane (sino al 7 settembre). Realizzata con l'intervento dell'Assessorato alla Cultura della Regione Piemonte, questa esposizione si snoda attraverso un'ampia scelta di documenti che contribuiscono a definire i diversi aspetti dell'evoluzione del manifesto tra Ottocento e Novecento, di «un "mondo di carta" dove la semplicità - scrive Roberto Pesti nel catalogo edito da Priuli&Verlucca - doveva essere coniugata alla determinazione persuasiva, dove il linguaggio - rivolto indistintamente a tutti - doveva fornire stati d'animo positivi, suggestioni, processi di identificazione...». Un'esperienza, quindi, che rappresenta un momento di trasformazione del gusto, del costume, di una società che avverte prepotentemente i nuovi «meccanismi del mondo della produzione e del consumo». E in tale direzione, si chiariscono gli elementi di un discorso legato al manifesto come modello per una più immediata e coinvolgente diffusione del messaggio turistico. Un messaggio caratterizzato dalla grafia di pittori e disegnatori, da personaggi notissimi come Chéret e ToulouseLautrec e gli italiani Boccasile e il futurista Depero, entrambi presenti in mostra. Emerge da questo fluire di «impressioni» colora¬ te, il clima di una stagione che va da «Sports invernali in Italia» di Paschetto a «Sestrières» del 1948 disegnato da Gino Boccasile (creatore della signorina «Grandi firme»), dalla raffigurazione di «Grand Hotel du Mont Cervin» dell'ottocentista Giovanni Giani, allievo di Enrico Gamba all'Accademia Albertina di Torino, al romantico «Estate nelle Dolomiti» del 1940 eséguito dall'austriaco Lenhart, che ha insegnato all'Istituto Tecnico Italiano di Merano. E accanto alle immagini delle alte vette innevate o di eleganti sciatori, è possibile «scoprire» il turismo ai piedi delle Alpi con il Lago di Como di Metlicovitz e i bagni arsenicali ferruginosi di Roncegno, nelle Alpi Trentine, descritti in un pregevole manifesto del francese Mauzan, che ha lavorato a Milano. La sequenza dei cartelloni concorre - sottolinea Carlo Martinelli - a una comprensione completa della stagione «fin de siècle», a una visione naturalistica contraddistinta dalla verdeggiante interpretazione di «Italia, Gressoney» di Omegna o, ancora, dalla «Valle d'Aosta» di Puppo. Si passa, poi, all'indicazione di «Balme. Sestriere. Bardonecchia. Salice d'Ulzio» di Adalberto Campagnoli, alla «Funivia di Oropa» del Bozzalla, a «Dolomiti e Sci» di Depero, a «Mendola delle Dolomiti» del 1920 di Plinio Codognato, sino a «Cortina la regina delle Dolomiti» del 1930 di Pio Solerò, che nel 1927 ha esordito al Palazzo Augusto a Roma, e «Lago di Garda» del 1904 di Elio Ximenes. Volti di donna, funicolari, baite, alberghi e acque di lago suggeriscono l'itinerario di una piacevole rassegna. Angelo Misto-angelo La rassegna si apre giovedì e proseguirà sino al 7 settembre Verata posmi del e, si diome ta e mes catori nouse e il preque A lato, il manifesto «Sestrières» firmato nel '48 da Gino Boccasile un grande del disegno pubblicitario italiano Sopra, «Cortina» altro simpatico manifesto eseguito da Franz Lenhart e datato 1947
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