Olivetti, crisi dietro l'angolo
Domani tre ore di sciopero e richieste di impegni governativi Domani tre ore di sciopero e richieste di impegni governativi Olivetti, crisi dietro Pungolo Mentre a Palazzo Uffici si tiene l'assemblea degli azionisti i sindacati denunceranno i progressivi tagli nei vari settori «Il tempo delle parole e dei buoni propositi è finito. Adesso occorrono i fatti, da parte della Olivetti e del governo». Era l'ultimatum di Firn, Fiom e Uilm, lanciato il 16 dicembre in una assemblea aperta (prima volta nella storia dell'azienda) a Scarmagno. Sono trascorsi 6 mesi da quell'incontro, senza che le aspettative abbiano trovato i riscontri sperati. E ora si replica, «per discutere di nuovo e pubblicamente della gravità della crisi - spiegano i leader sindacali canavesani - e delle nostre proposte per salvare l'Olivetti contro i progetti di smantellamento, cessione e ridimensionamento». L'appuntamento è per domani mattina, non più a Scarmagno ora della Piedmont International - ma nel «Salone 2000» della Ico a Ivrea. Dalle 9 alle 12 in tutti gli stabilimenti del gruppo sono indette tre ore di sciopero. Diversi autobus verranno messi a disposizione dei lavoratori per raggiungere il luogo dell'assemblea, che sarà coordinata dai segretari nazionali di Firn, Fiom e Uilm (Brenna, Castano e Serra) e alla quale sono invitati a partecipare i presidenti di Regione e Provincia, i parlamentari, i sindaci e i politici del Canavese. E tutto questo mentre a poche centinaia di metri di distanza, a Palazzo Uffici, quartier generale della Olivetti, si terrà l'assemblea degli azionisti per l'approvazione della semestrale. L'atmosfera è tutt'altro che se- rena. «Di taglio in taglio - dice il segretario regionale della Fiom, Giorgio Cremaschi - non resterà più nulla, l'azienda finirà col ridursi al marchio Omnitel. E continuano a non esserci quelle politiche industriali che esistono, invece, negli altri Paesi del mondo». Se Olivetti piange, secondo Paolo Giorgio (Fim-Cisl) neppure Omnitel può ridere: «L'ingresso di un terzo gestore per la telefonia potrà rappresentare un problema, soprattutto se sarà un colosso pubblico come l'Enel». E aggiunge: «E', comunque, la situazione di tutto il gruppo che preoccupa. Vogliamo al più presto tornare al tavolo ministeriale, perchè l'azienda possa avere un serio piano industriale». Intanto si guarda al futuro. L'estate della Olivetti rischia di essere piuttosto calda, se non si fa avanti qualcuno che accetti di investire. E questo mentre viene dato per scontato un intervento della finanziaria Gepi nella Piedmont International. «E' un segnale preoccupante -analizza Gianni Marchetti, della Uilm che il mercato, invece, non sia più disponibile a dar fiducia alla Olivetti. La credibilità, negli ultimi anni, è andata in calo; adesso sciogliere i nodi di alleanze e par¬ tnership è la condizione essenziale perchè l'azienda possa avere un futuro». Se domani i riflettori saranno puntati su Ivrea, per oggi si attendono risposte da Caluso. I lavoratori della Compuprint (ex Bull) sono stati chiamati a giudicare, con un referendum, l'ipotesi di accordo stilata da Ministero del Lavoro, sindacati e direzione aziendale. Si saprà, quindi, se lunedì scatterà la cassa integrazione per 85 lavoratori, scongiurando il rischio di mobilità per 154 dipendenti. Mauro Revello
Persone citate: Castano, Gianni Marchetti, Giorgio Cremaschi, Mauro Revello, Olivetti, Paolo Giorgio
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