«Da un mobile la calamita del casinò» di Claudio Laugeri
Interrogato ad Aosta l'inventore, di Collegno, della truffa per sbancare Saint-Vincent Interrogato ad Aosta l'inventore, di Collegno, della truffa per sbancare Saint-Vincent «Da un mobile la calamita del casinò» La pallina era magnetica «Ho bisogno di soldi, così ho pensato a quel "trucco"». E' semplice la spiegazione di Giovanni Russo, 51 anni, di Collegno, l'<(uomo del magnete» come è stato soprannominato dagli investigatori della squadra mobile di Aosta che venerdì alle 2 lo hanno arrestato al Casinò di StVincent. Sarebbe lui la mente della truffa ai danni della più grande casa da gioco d'Europa: secondo la polizia, il «bottino» è di 140 milioni. Ieri mattina, il giudice delle indagini preliminari della pretura Eugenio Gramola ha interrogato Russo e Lorenzo Barone, 53 anni, di Torino: venerdì sera, erano impilate davanti a lui «fiches» per 50 milioni, vinti con il metodo del magnete, almeno questa è la versione degli inquirenti, confermata da Russo e smentita da Barone. «Il mio cliente non conosce Russo, non lo ha nemmeno mai visto e quei soldi li ha vinti da solo» spiegano gli avvocati Vercelli e Anfora. E ancora: «Certo, Barone èun giocatore abituale, ma ha frequentato poco le "roulettes". Per questo aveva in tasca un foglietto con le combinazioni di numeri da puntare». La polizia, però, è di tutt'altro parere. Gli investigatori della squadra mobile e gli impiegati del Casinò avrebbero notato i movimenti sospetti di Russo, Barone e di altri 4 presunti complici: Matteo Iosa, 43 anni, di Torino; Calogero Lombardo, 46 anni, di Grugllasco, e il fratello Salvatore, di 49, di Torino; Laura Bertetto, 47 anni, di Rivoli. «Non sono state fatte domande su di loro» spiega Claudio Maione, avvocato di Russo. Pochi giorni fa, gli investigatori avevano assistito a una cena con tutti i personaggi poi finiti sott'inchiesta. Erano appena usciti dalla casa da gioco di Saint-Vincent e la coppia Russo-Barone aveva vinto un bel po' di milioni. Grazie al trucco inventato dall'«uomo del ma¬ gnete», secondo gli mquirenti. Ed è stato proprio Russo a spiegare il mistero della pallina di plastica diventata di metallo. «L'ho costruita da solo. Ho preso una calamita come quelle utilizzate per le porte dei mobili e l'ho infilata in una sferetta di poliestere» ha detto al giudice. Ma le palline utilizzate per le roulettes sono custodite in cassaforte: un impiegato le consegna ai croupiers all'inizio della serata e le ritira quando chiude la sala. Come ha fatto Russo a sostituirle? «Ho approfittato di un momento di distrazione» ha detto nell'interrogatorio. Da tempo, l'uomo è nell'elenco degli «indesiderati» della casa da gioco: per questo, aveva deciso di infilarsi in testa una parrucca e di entrare utilizzando una carta d'identità francese contraffatta. Superata l'entrata, il più era fatto. Poi, bastava rimanere con il magnete attaccato al tavolo verde e puntare. La pallina avrebbe fatto il resto. Il giudice ha deciso di scarcerare Russo e Barone, ma dovranno rimanere in casa tra le 20 e le 8. Claudio Laugeri Giovanni Russo ha raccontato di aver sostituito la pallina della roulette
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