La sfida Posillipo-Pescara di G. Vib.

Muore a Genova ciclista di 15 anni investito in corsa PALLANUOTO La sfida Posillipo-Pescara Una cena sospetta dietro la rissa del match scudetto E' difficile che la pallanuoto possa decollare se sciupa occasioni di vetrina come quella di domenica alla Scandone di Napoli. La seconda finale scudetto tra Posillipo e Pescara è finita nel caos: l'arbitro Caputi bersagliato da oggetti piovuti dagli spalti, poi malmenato e scalciato dopo aver sospeso il match a l'27" dalla fine sul 10-7 per gli abruzzesi. Il Pescara, che aveva vinto gara-uno, conquista così lo scudetto, ma il risultato passa quasi in secondo piano. Ieri il Posillipo si è scusato dell'accaduto con una lettera alla Federnuoto (fra i protagonisti del parapiglia c'erano proprio alcuni dirigenti napoletani). Lucio Varriale, patron della Themis (sponsor del Posillipo), è disarmante nel difendersi: «Non ho aggredito l'arbitro, l'ho solo ingiuriato». Antonio Capasso, presidente del club napoletano, gli fa eco: «Posso capire le proteste: certe persone non devono andare in panchina». Allude a Gabriele Pomino, presidente del Pescara ma anche consigliere federale e dirigente responsabile della Nazionale. Il tecnico napoletano Paolo De Crescenzo ha detto inoltre che la sera prima del match l'arbitro Caputi aveva cenato con Pomiiio e con Di Tommaso, addetto stampa degli azzurri, lanciando sospetti su quella riunione conviviale. Tutto ciò non basta tuttavia a giustificare l'odiosa rissa. Un'altra occasione persa. [g. vib.]

Persone citate: Antonio Capasso, Caputi, Di Tommaso, Lucio Varriale, Paolo De Crescenzo, Scandone

Luoghi citati: Napoli, Pescara, Posillipo