Stasera a Modena il concertone di Pavarotti-Domingo-Carreras che tornano a cantare insieme di Marinella Venegoni

Tre tenori/ tre miliardi/ una grande diretta Stasera a Modena il concertone di Pavarotti-DomingoCarreras che tornano a cantare insieme Tre tenori/ tre miliardi/ una grande diretta Due incognite, il tempo e il divo pop: «Con lui può succedere di tutto» MODENA DAL NOSTRO INVIATO E' ovvio: sarà una diretta da record, quella di stasera dalle 20,50 su Raiuno per i Tre Tenori. Luciano Pavarotti ospita nello stadio della sua città i colleghi Placido Domingo e José Carreras, per una delle loro performances comuni che già hanno trascinato gli entusiasmi delle masse di mezzo mondo. Autentico spettacolo popolare, esibizione di bravure e personalità, con la Filarmonica di Torino diretta da James Levine, il concerto porta al «Pavarotti International» i tre massimi campioni in carica della lirica planetaria, dopo alcune stagioni imperniate sui duetti di Big Luciano con i divi del pop. Ieri Nicoletta Mantovani ha spiegato che in cassa sono arrivati 3 miliardi e 200 milioni dalle prevendite, già consegnati metà per uno ai sindaci di Venezia e Barcellona per la ricostruzione della Fenice e del Liceu. Il programma è quello classico, la scenografia quella canonica: ne esistono 4 uguali nel mondo, trasferite secondo le esigenze, con due grandi schermi ai lati. Restano un paio d'incognite: la prima è il tempo, che ieri ha scaricato un temporalone ma comunque non impedirà l'evento tv; la seconda è Michael Jackson sul palco. «Potrebbe succedere di tutto, con Jackson» ha detto sibillino ieri Big Luciano, in una delle sue leggendarie camicie hawaiiane (questa volta rosa); Domingo gli ha fatto eco: «Potrebbe arrivare indietreggiando con il passo della Luna dalla prima fila». Con Carreras ancora per strada, perché ha avuto l'influenza, al Parco Europa ieri i due tenori apparivano vigorosi e di ottimo umore. La novità per l'Italia è che sarete diretti da Levine; a Caracalla c'era Zubin Mehta. Pavarotti: «Questo è il quattordicesimo concerto dei Tre Tenori. Con Levine, direttore del Metropolitan, c'è una lunga collaborazione: è uno dei pochi con verve e sense of humour». Domingo: «E' il maestro con il quale ho lavorato di più: in 25 anni ho fatto con lui 4/500 recite. Come Mehta, ha spirito e maestria e ci divertiamo». fl prossimo anno, che succederà al Pavarotti International? Pavarotti: «Sul mio calendario ci sono impegni fino al 2002 ma una volta che li ho scritti non ci penso più. Vi uccido se mi chiedete cosa faccio l'anno prossimo: posso solo dire che con questo repertorio canteremo ancora in Messico il 10 gennaio, mentre 1' 11 giugno '98 saremo a Parigi per la terza incursione ai Mondiali di Calcio dopo Roma '90 e Los Angeles '94». Domingo: «Abbiamo tre concerti nelle nostre rispettive città. Il 3 luglio a Barcellona, patria di Carreras per il Liceu; 2 5 gennaio prossimo a Ma¬ drid, nel concerto che organizzo da sei anni per il compleanno del Re, con incassi per beneficenza». Scatta una sorta di routine fra voi, dopo tanto lavoro comune? Pavarotti: «Nel '98 cambieremo i brani e non certo il team. H rischio non c'è mai, dal di dentro: anche 40 recite di Aida sono sempre eccitanti». Domingo: «L'incontro con colleghi di questo calibro è sempre importante e divertente». Ci sono ruoli consolidati, tra voi tre? Pavarotti: «Io sono il riccio. A parte questo, siamo tre fifoni che ce la facciamo sotto finché non andiamo fuori sul palco». Domingo: «Nella fifa per la prima di Caracalla, capimmo quanto rispetto reciproco avevamo». Avete mai pensato di inserire brani pop? Pavarotti: «Ci sono nel medley. Domingo canta le cose più difficili, come "0 souverain o juge o pére" dal "Cid" di Massenet». Domingo: «Togliendo il rock e la sevigliana, posso far di tutto. Ma non potremmo mai cantare "My Way" come Frank Sinatra». Maestro Pavarotti, 22 mila biglietti venduti. E' contento di come risponde Modena? «L'evento è stato capito bene; potrebbe esserlo anche meglio». Marinella Venegoni