Come Hollywood, sull'Arno. Cecchi Gori: «Il nuovo sono io la mia Toscana scuote Roma» di E. B.

Come Hollywood, sull'Arno Come Hollywood, sull'Arno Cecchi Gori: «Il nuovo sono io la mia Toscana scuote Roma» ROMA. Per ribadire il ruolo di Major italiana, la Cecchi Gori Group ha presentato ieri - in anticipo sulle «Giornate professionali» - il listino dei film nazionali e stranieri della prossima stagione: 124 titoli contro i 105 annunciati l'anno scorso, dei quali soltanto 54 sono arrivati nelle sale. «Con le disponibilità dell'attuale mercato - sottolinea Vittorio Cecchi Gori - non più di una sessantina di titoli possiamo distribuire bene nella stagione. Qualche titolo annunciato, soprattutto tra gli americani, può essere rinviato perché non ancora finito, mentre altri, che non ci convincono, sono dirottati sul mercato delle videocassette. Comunque con i titoli da noi lanciati quest'anno abbiamo portato a casa 203 miliardi, di cui 70 soltanto con "Il ciclone" e 78 con i film stranieri, dei quali il nostro leader è stato "Il paziente inglese" con 18 miliardi». La Cecchi Gori Group prevede di investire 102 rmMardi in 16 ' film italiani tra i quali «Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare», un cartone animato di Enzo D'Alò, che richiederà due anni di lavoro e che sarà pronto per il Natale '98. Tra gli altri film in lavorazione spiccano «La vita è bella» di Roberto Beni¬ gni e «Fuochi d'artificio» di Leonardo Pieraccioni. Questi due ultimi autori sono tra l'altro i leaders della «scuderia toscana» del produttore fiorentino. A questa «scuola» appartengono anche Paolo Virzì, Alessandro Benvenuti, Ugo Chiti, Giovanni Veronesi e Antonio Albanese, tutti nel listino Cecchi Gori. «L'industria cinematografica è romana - dice Vittorio Cecchi Gori -, ma da sempre si è avvalsa della fantasia e della tradizione toscana. Nella prossima stagione conto di fare esordire nella regia anche Massino Ceccherini e Giorgio Panariello che appartengono rispettivamente ai clan di Leonardo Pieraccioni e di Alessandro Benvenuti». «L'exploit di Pieraccioni - aggiunge il produttore - ha colpito gli americani e ha riaperto, come si è visto a Cannes, l'interesse internazionale per la produzione italiana. Avrà successo anche il nuovo film di Benigni:una storia divertente in cui si ride, come in tutti i film di Benigni, ma ci si commuove anche». Ancora incerta è l'emittente televisiva italiana che nei prossimi mesi trasmetterà «Il ciclone» di Pieraccioni. «Tmc - precisa Cecchi Gori - è per me ima società completamente separata da quella che produce cinema e poiché la televisione deve avere un rapporto indipendente, che tenga conto delle spese e dei ricavi, non escludo che "Il ciclone" finisca alla Rai o a Mediaset con le quali siamo in buoni rapporti. Per ora "Il ciclone" non l'abbiamo ceduto a nessuno». Tra le novità della Cecchi Gori Group ci sono l'esordio nel mondo imprenditoriale dei Cd Rom, che coinciderà con il lancio inter¬ nazionale di «Nirvana» di Gabriele Salvatores, e la produzione di un film di Martin Scorsese - a basso costo - da realizzare il prossimo anno nel nostro Paese. Il regista di origine italiana, che sta ultimando «Kundun» (tratto dall'autobiografìa del Dalai Lama) sarà a Roma in novembre per definire la preparazione di questa curiosa operazione ancora «top secret». [e. b.]

Luoghi citati: Cannes, Hollywood, Roma, Toscana