La Malfa: sulla Somalia indaghino le Camere

La Malfa: sulla Somalia indaghino le Camere lettere AL GIORNALE La Malfa: sulla Somalia indaghino le Camere Una dolorosa questione Sulla dolorosa e spinosa questione degli episodi di violenza dei quali sono accusati i militari italiani della Folgore, ho proposto nei giorni scorsi l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta che in tempi brevi riferisca alle Camere. A me sembra che, dovendo indagare su comportamenti o responsabilità di pubblici dipendenti, una Commissione nominata dal governo non darebbe alla pubblica opinione tutte le necessarie garanzie di obiettività e di imparzialità. Inoltre una Commissione di inchiesta parlamentare comprenderebbe non solo esponenti della maggioranza, ma anche esponenti dell'opposizione, con una maggiore garanzia di una espressione completa delle opinioni e dei punti di vista. Il governo ha invece scelto la strada di nominare una Commissione, affidandola ad un giurista eminente come il professor Gallo. Tuttavia, lo stesso professor Gallo, domenica, e ieri, su La Stampa il costituzionalista professor Barbera, hanno osservato che questa Commissione non ha e non potrebbe avere l'estensione dei poteri necessari per condurre a buon fine questo accertamento. In sostanza nota Barbera - sono necessari i poteri della magistratura e questi possono essere attribuiti a una Commissione solo mediante una legge ordinaria, del resto richiesta anche per istituire una Commissione parlamentare. Penso che la strada migliore sia quest'ultima e cioè che le Camere istituiscano al più presto una Commissione composta da un ristretto numero di membri, presieduta da un parlamentare che, per le sue doti di equilibrio e di esperienza, offra le più ampie garanzie di obiettività, imparzialità e serenità di giudizio. Spero che su questa proposta si possano raccogliere i consensi necessari. «Lady» arrestate e par condicio Cara Stampa, ogni giorno veniamo ormai spernacchiati - soprattutto dagli inglesi, specialmente ora che è finita la modestia alla John Major, e lo snobismo imperiale ricomincia con Blair - perché non appena viene arrestata una porcona o maneggiona italiana, tutti i maestrini di media-pensierino incominciano a chiamarla zarina o lady. Più di qualunque Lollobrigida, quindi. E mai che invece un trafficone o boss venga definito zar o lord, in quanto marito. Ma cosa fanno i feniminismi? Dove si sperde la par condicio? Signora mia, se nei peggiori paesi di droghe e di mafie si mcominciasse a definire presidente o cardinale o ambasciatore (in italiano) qualunque arrestato «eccellente» per grossi crimini, sarebbe forse una buona pubblicità per i nostri vini e vestiti e architetti, le nostre scarpe e valigie e banche e privatizzazioni, la nostra povera politica, la nostra sventurata Farnesina? Alberto Ai-basino Quella «t» di troppo per i cibernauti Nella Stampa del 14 giugno Giorgio Calcagno, in un articolo sul lessico giovanile pubblicato a p. 25, ha citato il sito Internet di LinguaGiovani, nel quale chi vuole può segnalare le parole ritenute tipiche dei giovani. Ma nell'indirizzo si è inserita un'abusiva «t» che può creare problemi al cibernauta poco esperto. L'indirizzo esatto è dunque www.maldura.unipd.it. Michele Cortelazzo, Padova Perché sulla Sindone non si consulta il Libro? Il servizio di Alessandro Barbero «La Eibbia? Vietata ai cristiani» (8 giugno) ha tratteggiato molto bene la situazione in Italia, dove una Controriforma senza Riforma ha allevato generazioni biblicamente analfabete. A tutt'oggi la Bibbia è messa metaforicamente al rogo, quando la si esclude dalla consultazione e la si priva di valore probatorio anche quando vi sarebbero buoni motivi di consultarla. Per esempio, nelle disquisizioni sulla Sindone, nessuno si prende la briga di consultare veramente la Bibbia. Eppure i Vangeli, che della Bibbia fanno parte anche se tanta gente lo ignora, avrebbero molto da dirci. Gli evangelisti Matteo, Marco e Luca raccontano che il corpo di Gesù venne deposto in un lenzuolo, o sindone, e trasportato fino al sepolcro. Per sapere quanto avvenne successivamente dobbiamo però consultare il Vangelo secondo Giovanni, unico testimone oculare della frettolosa inumazione. L'aposto¬ lo Giovanni racconta che il corpo venne posto nel sepolcro non coperto da un lenzuolo, bensì avvolto in bende con aromi, secondo l'usanza dei giudei. Prima ancora, Giovanni aveva descritto la risurrezione di Lazzaro, le cui mani e piedi erano infatti impediti dalle bendature. Sempre Giovanni riferisce che, recatosi al sepolcro con Pietro tre giorni dopo, vide l'involucro intatto senza più il corpo che conteneva e ciò lo indusse a credere nella risurrezione. Un lenzuolo afflosciato non avrebbe avuto lo stesso effetto di convincimento. Infine, quando Gesù risorto si presenta all'incredulo Tommaso, proclama beati quelli che avrebbero creduto senza vedere, il che lascia supporre che Egli non intendesse gratificarci con una sindone che attesti la sua incarnazione, la sua morte e la sua risurrezione. Per controllare, si possono consultare i Vangeli in Matteo 27,57-60; Marco 15, 46; Luca 23, 50-53; Giovanni 11,44; 19,38-42 e 20, 1-8. Franco Rizzo, Torino Viaggiatore onesto punito dalle F. S. Percorrevo in treno la tratta Torino-Milano, e dopo aver regolarmente acquistato il.mio biglietto mi sono diretto verso i binari, accorgendomi che il treno era già in partenza, e che non avrei fatto in tempo ad obliterare il biglietto servendomi di quell'apparecchietto posto solo all'inizio del binario lungo centinaia di metri e quasi sempre affollato da tanta gente. Insomma, sono salito sul treno e subito mi sono preoccupato di cercare il controllore che potesse effettuare l'obliterazione (mostrando quindi chiaramente di non aver intenzione di non obliterare il biglietto). Come «premio» per la mia onestà mi è stata fatta una multa di L. 10.000, subito inspiegabilmente trasformata in L. 50.000 quando ho detto di non aver contante con me, ma solo bancomat e varie carte di credito (capita di rimanere senza liquidi). Ho intenzione di contestare la multa alle F.S., non è a mio parere possibile ricevere, dopo le correttezze da me dimostrate, una multa di identica portata come se non avessi obliterato o fatto volontariamente il biglietto. E poi che vuol dire che chi è senza soldi in quell'istante paga dopo trenta giorni per cinque volte? Alessandro Di Pasquale, Pavia Pensioni di reversibilità quasi un'elemosina Tutti ne parlano, quindi anche La Stampa, giustamente, si occupa del Welfare State e, in esso, soprattutto delle pensioni. Nessuno, finora - almeno a mio parere, - ha speso una parola per le pensioni di reversibilità, che sono una formidabile fonte di entrate fiscali. Nate, ritengo, per dare una mano a non sconvolgere del tutto almeno l'assetto economico di una famiglia il cui mondo degli affetti è saltato per forza decisamente maggiore, non vengono sottoposte a tassazione separata (come sarebbe giusto), ma semplicemente addizionate al reddito del coniuge superstite, quindi ridotte realmente ai minimi termini, da essere poco meno di un'elemosina pelosa. Eppure, mutui in corso, figli studenti e/o disoccupati, affitto, lei (per chi possiede anche solo uno sgabuzzino di casa), luce, riscaldamento, utenze varie (es.: canone Rai), bollo e assicurazione auto, ecc. non vengono dimezzati solo perche un coniuge non c'è più; e la reversibilità, oltre ad essere solo il sessanta per cento della pensione originaria, oltre ad essere di per sé una micragna rispetto al reddito, anche modesto, del coniuge predefunto, viene anche falcidiata con aliquote da capogiro. Elargita dall'Inps o dal Ministero del Tesoro, o da qualche ente professionale con Cassa pensioni propria, rientra in gran parte nel pubblico coi versamenti al ministero delle Finanze..., che non lo sa; invero, in Italia, siamo molto evangelici: non sappia la sinistra ciò che fa la destra... e viceversa. P.S. - Naturalmente, sono anch'io una titolare di pensione di reversibilità; se no, come lo saprei? L'informazione purtroppo, su troppe cose, è carente; le scopri solo quando ci caschi. Giuseppina Giuliodori Gatella, Osimo (AN) Giorgio La Malfa, Roma Segretario politico del Partito repubblicano italiano

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