Baudo: spero di aver convinto il pm

Milano: secondo l'accusa, società riconducibili allo showman avrebbero avuto lavori per le sue trasmissioni Milano: secondo l'accusa, società riconducibili allo showman avrebbero avuto lavori per le sue trasmissioni Baudo: spero di over convinto il pm Interrogato su appalti Rai e soldi all'estero MILANO. «Eccomi», dice; con un gran sorriso e le braccia spalancate. Come davanti a una platea televisiva o su un palcoscenico; invece è nei corridoi della procura di Milano. Un luogo che per lui, Pippo Baudo, sta diventando suo malgrado abbastanza familiare. Quell'«eccomi» è rivolto ai cronisti che lo aspettano da tre ore. Esattamente da quando, alle due e mezzo del pomeriggio, è entrato nell'ufficio della pm Giovanna Ichino. Non si sottrae alle domande anche se viene immediatamente circondato da un nugolo di carabinieri che non si capisce affatto da chi e da cosa lo vogliano proteggere. Uno spiegamento di forze sicuramente sproporzionato che la dottoressa Ichino assicura di non aver affatto chiesto e che più che proteggere sembra infastidire Baudo: «Fanno il loro lavoro... però a una scorta così non sono certo abituato». Non è segreto il tema dell'interrogatorio di Baudo. Gli argomenti sono due e il presentatore conferma che proprio di questi si è parlato: uno «stralcio» dell'inchiesta sulle sponsorizzazioni tv che riguarda il presunto trasferimento di soldi «in nero» all'estero e la vicenda degli appalti in Rai. Non si sarebbe parlato invece del terzo argomento al centro delle indagini attualmente condotte da Giovanna Ichino: l'affidamento alla società Explorer del servizio di raccolta voti per il Festival di Sanremo. «No, di Sanremo non si è parlato», dice Baudo. E come mai tre ore di interrogatorio? «E' stata - afferma - una lunga e piacevole conversazione. Ho spiegato le mie ragioni e spero di èssere stato convincente». Degli appalti in Rai si è parlato? «Di quelli sì». Compresa la questione delle società «Cierre» e «Punto zero»? «I miei rapporti con quelle società - risponde - sono trasparenti». Secondo gli inquirenti, invece, le due società sarebbero in qualche modo riconducibili al presentatore e avrebbero ottenuto appalti per trasmissioni che lo stesso Baudo conduceva. E' per questo che viene indagato per «abuso d'ufficio a scopo patrimoniale». Lo stesso reato viene contestato ad una quindicina di (ex o attuali) dirigenti della Rai come Gianni Pasquarelli, Bruno Voglino, Mario Maffucci e Carlo Fuscagni; nonché al presidente della società Explorer Luigi Ferrari. L'altro argomento su cui Baudo è stato interrogato riguarda i capitali all'estero. Ar¬ gomento emerso nel corso dell'inchiesta sulle sponsorizzazioni tv (e Baudo è già stato rinviato per concussione assieme a Mara Venier e Rosanna Lambertucci) ma «stralciato» in attesa di documenti drllestero. Dall'Inghilterra, dove la rogatoria ha già dato risultati, e dal Liechtenstein: ma da Vaduz, al momento, non è arrivata nessuna risposta. In sintesi, Baudo è accusato di aver fatto confluire soldi all'estero tramite una triangolazione: avrebbe finto l'acquisto di immobili a Londra, tramite una società fittizia, e da qui il denaro sarebbe poi finito in una società di Vaduz chiamata Raina. Una «triangolazione» di qualche miliardo di cui però il presentatore dice di essere totalmente all'oscuro. Lo ribadisce anche ai cronisti al termine dell'interrogatorio. Domanda: Le è stato chiesto della Raina? Risposta: «Io di Raina conosco solo la Kabaivanska» (celebre soprano, ndr). Se Baudo, nel suo stile da showman, non si sottrae alla stampa, i suoi collaboratori Walter Croce e Francesco Rizzo preferiscono non rilasciare dichiarazioni. Vengono sentiti in mattinata, prima del presentatore: poche domande - a quanto si sa - e sintetiche risposte, [r. m.] «Perché tre ore di interrogatorio? Ho spiegato le mie ragioni ma non si è parlato di Sanremo» A sinistra il pm Giovanna Ichino A destra Pippo Baudo

Luoghi citati: Inghilterra, Londra, Milano, Sanremo, Vaduz