Somalia, i militari al contrattacco

La procura valuta l'accusa di stupro collettivo. Ancora polemiche sulla commissione governativa La procura valuta l'accusa di stupro collettivo. Ancora polemiche sulla commissione governativa Somalia, i militari al contrattacco ROMA. Stupro collettivo. E' l'ipotesi di reato che sta valutante la procura militare di Roma impegnata sulla vicenda somala. Eppure, lo scandalo che scuote le Forze Armate italiane, con le foto di tortura e di violenza pubblicate da Panorama, è una vicenda «ingigantita dai giornali». Lo ha sostenuto ieri a sorpresa Gianfranco Vannucchi, il generale che guida la commissione militare d'inchiesta sul caso Somalia. Vannucchi, che si è pronunciato «a titolo personale» al termine di una riunione di sei ore a Livorno con gli ufficiali della brigata Folgore impegnati nella missione del 1993, ha aggiunto (salvo poi rettificare) che a gonfiare la polemica è stato anche «chi ha fatto dichiarazioni attorno a quelle foto». Nei giorni scorsi, avevano espresso parole di condanna delle torture non solo commentatori e politici, ma anche i massimi vertici di governo, a cominciare dal presidente del Consiglio Romano Prodi e dal ministro della Difesa, Beniamino Andreatta. Proprio Andreatta dovrà rispondere oggi alla Camera alle interpellanze e interrogazioni presentate nei giorni scorsi. L'«opinione personale» del generale Vannucchi non è destinata certo a facilitare il compito del ministro. Giuliano Ferrara, direttore di Panorama che per primo ha diffuso le foto dello scandalo, in serata ha replicato a Vannucchi. «Il generale è stato definito un saggio - ha detto -. Un uomo saggio sa valutare il peso per la coscienza di un Paese di un caso di presunte torture. Dubito quindi che una persona non dico saggia, ma anche solo asservita, possa pensare che episodi del genere vadano minimizzati». Sempre Andreatta aveva denunciato, in un'intervista, i possibili rischi di «omertà» nel mondo militare. Con lui è entrato in polemica anche un altro ufficiale, il tenente colonnello Marco Bertolini, capo di stato maggiore della Folgore, cioè il reparto al centro della bufera. «Omertà è un termine che non mi piace», ha commentato Bertolini all'agenzia Ansa, «normalmente si usa per altri ambienti e altre occasioni». Come dire che il ministro ha parlato a vanvera. Andreatta è stato preso di mira infine dall'Osservatore Romano. Secondo l'organo della Santa Sede, «i fatti di Somalia non hanno suscitato un'immediata reazione. Si deve alla sensibilità del Capo dello Stato se si è provveduto con quell'urgenza richiesta dalla gravità degli episodi», mentre «per 24 ore non è stata colta, da parte di quanti ai vari livelli avevano responsabilità, la vergognosa gravità degli episodi di violenza». Andreatta ha replicato con una meticolosissima nota della Difesa per dimostrare che in realtà la sua reazione era stata sdegnata e ultra-rapida. Ma ieri è stato tutto un fiorire di polemiche. Non si è salvata nep pure l'altra commissione che in daga sui fatti di Somalia, quella governativa guidata da Ettore Gallo e composta da Tina Anselmi, da Tullia Zevi, dai generali Antonino Tambuzzo e Cesare Vitale. Ieri mattina s'è riunita per la prima volta, e subito è stata attaccata da Giuseppe Pisanu, presidente dei deputati di Forza Italia. Secondo Pisanu, non sono affatto chiari i poteri di questa commissione, che rischia pertanto di «creare confusione invece di accertare la verità». Dal canto suo il leader del Ccd, Pierferdinando Casini, ha chiesto a Prodi la testa di quei commissari che «hanno rilasciato a stampa e televisioni incredibili dichiarazioni, cariche di pregiudizi». In difesa dell'onore e del prestigio delle Forze Armate si sono schierati anche il generale Luigi Ramponi, a nome di An, la Lega per i diritti dell'Uonlo, il segretario del Cdu Rocco Buttiglione. Sul fronte opposto, tre voci dal mondo cattolico: i senatori del Ppi, che sollecitano un accertamento a ogni livello di responsabilità; il presidente di «Pax Christi», mons. Luigi Bettazzi, che sollecita i militari a «restituirci fiducia» negli interventi umanitari; il presi¬ dente della Caritas, mons. Armando Franco, che punta l'indice contro la «scarsa preparazione alle missioni internazionali sotto il profilo etico e psicologico». Il repubblicano Giorgio La Malfa alza il tiro sul piano politico e chiede che venga istituita una vera e propria commissione parlamentare d'inchiesta. Equilibrato il giudizio espresso da Luciano Violante. Il presidente della Camera ha insistito su un rapido accertamento dei fatti e sulla punizione dei colpevoli, proprio per «definire le responsabilità di quanto accaduto e delimitarne accuratamente i confini». Come dire: giustizia sì, ma senza processare le Forze Armate, [r. r.] L'Osservatore accusa Andreatta: «Non è intervenuto subito» Violante: «Attenti a non generalizzare» Il generale Gianfranco Vannucchi, che guida la Commissione d'inchiesta militare: a suo avviso la vicenda delle torture è stata ingigantita 1 «Una vicenda ingigantita» 1

Luoghi citati: Livorno, Roma, Somalia