Greco ecco l'«atto d'accusa»

Greco, ecco Inatto d'accusa» IllCASO LE CRITICHE DELPM Greco, ecco Inatto d'accusa» Prima decisione dell'Ulivo contro il pool MILANO. Tre pagine, in tutto 55 righe, intestate Procura generale presso la corte suprema di Cassazione, e matrizzate al procuratore generale di Milano. La nota riservata, spedita da Roma all'inizio di giugno, ha come oggetto: «Azione disciplinare nei confronti del sostituto procuratore, Francesco Greco». Poche pagine per chiedere al Pg di comunicare allo stesso Greco, che il ministro della Giustizia, Giovanni Maria Flick, come aveva preannunciato lo scorso 17 maggio, ha promosso azione disciplinare per una frase pronunciata da lui a un convegno di Società civile e «Micro mega». In sostanza, è il primo atto formale preso da un ministro del governo dell'Ulivo contro un magistrato del pool Mani pulite. E per di più, a tutela dello stesso gover- no Prodi. Recita il capo d'imputazione: «Il dott. Francesco Greco, con le dichiarazioni rese nel corso di un convegno tenutosi a Milano il 15 maggio scorso... è venuto meno ai doveri del suo ufficio pregiudicando la considerazione di cui il magistrato deve godere ed il prestigio dell'Ordine giudiziario». Titolare di alcune delle inchieste più delicate di Tangentopoli, Greco finirà davanti al Csm. Quella sera di maggio, in un clima polemico per i progetti di modifica dell'articolo 513 del codice di procedura penale, il magistrato aveva preso la parola dopo un duro intervento, anche verso la maggioranza del penalista, Vitto¬ rio D'Aiello. «Non sono un pessimista e non sono neppure tra quelli che piangono se c'è (ma in Procura smentiscono che abbia pronunciato questo verbo, ndr) un governo di sinistra che sta facendo quello che neanche Craxi aveva tentato». La frase di Greco e il paragone in negativo con l'azione di Craxi erano stati subito interpretati come uno schiaffo del pool al governo. Poche ore dopo Flick aveva annunciato la sua decisione senza il preliminare degli accertamenti sulle parole effettivamente pronunciate, come aveva fatto, un mese prima, quando Borrelli aveva parlato «dell'imputato» Berlusconi. Un comportamento che ha guadagnato a Greco inusuali solidarietà. «Giudice Greco, la difendo io», ha scritto su «Panorama» Vittorio Feltri attaccando il ministro: «Si dà da fare rapido quanto Speedy Gonzales allo scopo di punire Greco per le sue valutazioni pubbliche sull'esecutivo». E Marco Taradash di Forza Italia ha definito la decisione di Flick «indecente e autoritaria». Critiche e sospetti destinati a rinfocolarsi. Nel riportare la frase scriminata il Guardasigilli scrive che Greco si è riferito «indiscutibilmente al governo in carica e quindi sia al presidente del Consiglio sia ai singoli ministri... Tali dichiarazioni - prosegue Flick sono chiaramente lesive dei doveri di riserbo e correttezza cui ogni magistrato è tenuto...». Il ininistro ricorda infine una sua lettera del settembre '96 nella quale affermava la necessità che le esternazioni di un magistrato non devono riguardare né i processi dei quali si occupa, né devono delegittimare l'attività di altri organi istituzionali. E proprio di questo Greco è incolpato. Sostiene Flick: «L'esternazione appare univocamente diretta ad investire la complessiva azione del governo in materia di giustizia ed è indiscutibilmente sorretta dall'intento di recare allo stesso governo discredito, delegittimandolo, in particolare, con il raffronto in termini peggiorativi ad un precedente Esecutivo; Esecutivo descritto, nello stesso contesto in cui il dott. Greco si è direttamente raccordato, come rappresentativo di orientamenti contrari alle iniziative della magistratura, specie nella lotta alla corruzione». Chiara Seria di Argentine Francesco Greco

Luoghi citati: Milano, Roma