Fiat, un '97 da novantamila miliardi

Buone previsioni all'assemblea. Il presidente e Cantarella chiedono una proroga per gli incentivi Buone previsioni all'assemblea. Il presidente e Cantarella chiedono una proroga per gli incentivi Rat, un '97 da novantamila miliardi Romiti: lascio tra un anno, studio la successione con Agnelli TORINO. «Non ho nulla da aggiungere a quanto dichiarato l'anno scorso». Cesare Romiti ha appena concluso l'assemblea dei soci Fiat annunciando che quest'anno il fatturato arriverà a 90 mila miliardi e adesso risponde così a chi gli chiede se lascerà la sua carica nel '98. Poche parole che ribadiscono la sua intenzione, che aveva annunicato appunto nel giugno scorso, di ritirarsi dalla presidenza della Fiat dopo i 75 anni e fanno piazza pulita della ridda di voci su una guerra di successione a Corso Marconi. Poi, sollecitato dalla domanda («domanda impertinente», dice sorridendo) di una giornalista francese che gli chiede chi vorrebbe vedere dopo di lui alla guida del gruppo, spiega che «il problema della mia successione sarà risolto dagli azionisti. Ma poiché i giornali su questo argomento inventano diversità di opinioni tra me e l'avvocato Agnelli, voglio dire che è un argomento del quale io e l'Avvocato parliamo continuamente e con la massima collaborazione proprio perché riguarda il futuro dell'azienda». Il dopo-Romiti è comunque un problema, ci tiene a ripetere il presidente, «che, quando sarà il momento, verrà deciso dagli azionisti». Del resto agli stessi azionisti del patto di sindacato Romiti si è rivolto, spiega, dopo la sentenza di primo grado che lo ha condannato per falso in bilancio. E loro «mi hanno risposto all'unanimità che mi pregavano, dato il momento e tenuto conto di quello che è stato il mio passato in questa azienda, di restare. Ognuno di noi ha qualcuno che lo elegge; io sono eletto dai miei azionisti, ed essendo loro d'accordo a chiedermi di rimanere, sono rimasto in Fiat». La successione, è insomma il messaggio che arriva dal vertice Fiat, ar¬ riverà nei tempi previsti, e la transizione sarà senza scossoni. Per il momento il presidente, assieme all'amministratore delegato Paolo Cantarella, dopo aver rivolto gli auguri di pronta guarigione a Giovanni Alberto Agnelli che si sta curando negli Usa, si prende la soddisfazione di presentare all'approvazione degli azionisti un bilancio '96 che si chiude con un fatturato di 77.923 miliardi e un utile netto di 2371, premiando i soci con un'azione gratis ogni dieci, oltre al dividendo di 100 lire per le ordinarie e le privilegiate e di 130 per le risparmio; e soprattutto promette mi '97 che sarà al di là delle migliori aspettative e che la Borsa ha festeggiato anche ieri con un rialzo del titolo Fiat pari all'1,74%. «Il fatturato consolidato - conferma Romiti - dovrebbe attestarsi a circa 90 mila miliardi, con un incremento del 15% rispetto al '96», mentre la posizione finanziaria netta a fine esercizio dovrebbe essere positiva e il risultato lordo vicino ai 3805 miliardi dello scorso anno, pur in assenza J di grandi operazioni che nel '96 hanno ahi- ™ì tato il bilancio. Non è previsto, invece, alcun aumento di capitale a pagamento. L'attività, spiega ancora, andrà concentrandosi sempre di più sulle attività automotoristiche che rappresentano il «core business» del gruppo: e commentando recenti indiscrezioni risponde che mentre la Fiat Engineering resterà nel gruppo Fiatimpresit non fa parte del «core business». I conti sui dodicimila miliardi di fatturato in più che arriveranno quest'anno sono presto fatti: l'auto dovrebbe aumentare i ri¬ cavi di 9000 miliardi, quelli della New Holland cresceranno di 1500 miliardi e quelli dell'Iveco di 800; 700 miliardi arriveranno dai risultati degli altri settori, specie da Fiat Avio. Questo '97 così brillante beneficia in modo consistente degli incentivi per l'auto che hanno rimesso in moto un mercato altrimenti ingessato, contribuendo, nei primi cinque mesi di applicazione, anche ad arricchire le casse pubbliche di circa 450 miliardi. Un «elettroshock», li definisce Romiti, che propone di estendere la formula anche ad altri settori, dall'edilizia agli elettrodomestici, mentre per l'auto «crediamo che qualche cosa il governo debba studiare per vedere come modificare o sostituire questo provvedimento perché possa andare ancora avanti». Anche Cantarella, che parla di «un risultato di mercato superiore a tutte le previsioni», propone che gli incentivi non si fermino a settembre, ma continuino anche dopo quella data, traghettando la domanda fino a quando il mercato non si assesterà sul livello che considera «fisiologico» dei due milioni di vetture l'anno. Del resto, sostiene l'amministratore delegato, si tratterebbe di seguire l'esempio di molti altri Paesi europei, «dai due anni e mezzo della Francia fino alla Spagna che ha recentemente trasformato la misura da temporanea a strutturale». Se invece le misure dovessero terminare a settembre le previsioni di Cantarella non sono positive: «L'anno prossimo il mercato non dovrebbe scostarsi dai livelli del '96» rendendo quindi necessaria la cassa integrazione e non permettendo di confermare quelle duemila assunzioni a termine che grazie alla ripresa la Fiat ha potuto effettuare. «La s$$, quando uno testa solo e va a dormire, queste cose pesano» sultato lordo vicino ai 3805 miliardi dello scorso anno, pur in assenza J di grandi operazioni che nel '96 hanno ahi- ™ì tato il bilancio. Non è previsto, invece, alcun aumento di Sopra, l'amministratore delegato della Fiat Paolo Cantarella Nella foto in alto Giovanni Agnelli, presidente d'onore del gruppo, Francesco Paolo Mattioli e Roberto Testare

Persone citate: Agnelli, Cantarella, Cesare Romiti, Giovanni Agnelli, Giovanni Alberto Agnelli, Paolo Cantarella, Romiti

Luoghi citati: Francia, Spagna, Torino, Usa