DALLA PRIMA PAGINA. CONDANNATI AI PICCOLI PASSI di Aldo Rizzo
IA LEZIONE DELL'AIA CONDANNATI Ai PICCOLI PASSI neta comune europea, e il massimo risultato, non solo economico, ma anche politico, a cui oggi si possa concretamente aspirare, e ciò ha fatto sì che si ixalizzasse quella che Prodi ha definito la «convenienza della convergenza», tra francesi e tedeschi, in particolare, ma un po' fra lutti, di fronte alla prospettiva, che sembrava aprirsi solo pochi giorni fa, di un drammatico passo indietro. L'Euro è importante politicamente, perché ha ovvie implicazioni di sovrannazionalità, ed è importante economicamente, e anche socialmente, perché attrezza l'Europa alla competizione mondiale del prossimo secolo, da cui dipende, in ultima analisi, la qualità della vita degli europei. Certo, non è un feticcio, lo si può correggere e integrare, e si deve avvicinarlo il più possibile ai bisogni immediati dei cittadini, ma senza rimetterlo in discussione. Nell'interesse, proprio, dei cittadini. Detto tutto ciò, ci si può chiedere se questi progressi faticosi, questi negoziati estenuanti, che si trascinano di vertice in vertice, siano esattamente quello di cui l'Europa in quanto tale ha bisogno, per realizzare una sua identità complessiva, efficace, risolutiva, di fronte al resto del mondo. Bisognerebbe rispondere di no. Per restare al ricordo dell'Europa pre o post-napoleonica, ogni vertice, a Amsterdam come a Dublino, a Roma come a Madrid, somiglia un po' a un piccolo Congresso di Vienna, ogni Stato nazionale a rivendicare spazi e argomenti propri e a contestare quelli altrui, con un occhio sempre rivolto ai problemi e ai contraccolpi di potere interno. Lo si vede nell'economia, ma anche, se non soprattutto, nella politica, nella costruzione politica, o politico-strategica, dell'Europa. E per esempio non sembrano esaltanti, anche se non disprezzabili, i risultati che si profilano per quel processo di revisione (di rafforzamento) del Trattato di Maastricht, anch'essi oggetto del vertice di Amsterdam: per la parte, appunto, politica. Ma questa è una vecchia storia. L'Europa è troppo complessa e complicata per potersi aspettare uno slancio concorde verso l'unità completa. Bisogna accontentarsi dei passi avanti, dei progressi parziali, del fatto che, davanti al risorgere effettivo delle rivalità nazionali, ci si fermi o si arretri. E' quello che è successo ieri ad Amsterdam, su un tema, particolarmente importante come la moneta unica. Poi si vedrà. Certo, c'è anche il problema che questa Unione europea vuole e deve allargarsi, ammettere al suo interno nuovi membri a Est e a Sud. E non può farlo senza darsi regole precise ed efficaci, che valgano per i nuovi soci, pena uno slabbramento, una «diluizione», di quanto finora ottenuto. Ce la farà? Deve farcela. Aldo Rizzo
Persone citate: Prodi
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