L'Olanda diventa un modello

L'Olanda diventa un modello IA LEZIONE DELL'AIA L'Olanda diventa un modello Ipassi da gigante di un Paese in crisi AMSTERDAM DAL NOSTRO INVIATO C'era una volta l'Olanda «cattiva allieva», ultima della classe europea, centomila posti di lavoro persi soltanto nel 1983, il sei per cento di disoccupati in ti e anni, il doppio di quel che allora accadeva nell'Unione europea. C'è adesso l'Olanda che non è ia prima della classe, ma certo nu rovesciato la sua immagine. "Dai «male olandese» si è passati ai «modello olandese», che i go- cinanti dell'Aia esibiscono come un tulipano all'occhiello qui ai vertice di Amsterdam, come se volessero dire a tutti gli altri: è così che si fa. Un orgoglio ostentato con discrezione, ma ostentato anche •.ielle celebrazione dei riti del summit, con quella cena dei grandi, ospite la regina, nel museo reale, al cospetto della ftKonda di notte» di Rembrandt. Il telegiornale ha mostrato le mmagini del premier socialista Kok sorridente e ironico che, tra un negoziato e l'altro nel ruolo ui mediatore nella guerra stella- re Francia-Germania, prendeva le misure per sistemare il tavolo del banchetto reale. Il governo di centrosinistra guidato da Wim Kok può vantare nel corso del periodo '94-96 una crescita economica annuale del 2,7 per cento contro una media del 2,3 nel resto dell'Unione. L'occupazione è cresciuta dell'1,2 all'anno, l'inflazione è bassa, il disavanzo di bilancio sul prodotto interno lordo è del 2,6 per cento, ben al di sotto di quel 3 che è chiesto dai parametri di Maastricht per entrare nel club della moneta unica. Il «miracolo», dicono gli olandesi, è nato grazie al disastro degli Anni 80, effetto di una lunga evoluzione cominciata negli Anni 70 quando le finanze pubbliche sono «deragliate» nella culla di un Paese di fiori, garanzie e libertà. Le spese statali nell'83 sono salite al 61 per cento del prodotto interno lordo (l'insieme della ricchezza prodotta) mentre nel resto d'Europa erano in media al 50. Per finanziare le spese lo Stato dovette allora aumentare la pressione fiscale dal 41 al 55 per cento. E intanto il deficit del bilancio statale passava dall'I al 6 per cento del prodotto interno lordo. Un insieme di altri fattori che in Italia sono ben noti (costo del lavoro altissimo, indicizzazione automatica dei salari...) ha provocato disoccupazione galoppante. La ricetta olandese s'è impastata in un pragmatismo che ha evitato scontri ideologici tra destra e sinistra e s'è sviluppata su tre capitoli: governo della spesa pubblica, moderazione dei costi salariali, riforma del sistema sociale. I tagli della spesa pubblica hanno consentito la riduzione delle tasse. Sui salari, per esempio, si è ridotto lo scarto tra netto e lordo. Il risultato è che oggi un olandese guadagna mediamente il 13 per cento in più di dieci anni fa. Intanto (già nell'82) imprenditori e sindacati si erano accordati sulla riduzione del costo del lavoro: si dava più importanza all'occupazione che al salario, si è diffusa la pratica del part-time e così, tra l'84 e il '96, sono stati creati 880 mila posti di lavoro a tempo pieno che hanno però dato lavoro a un milione e 200 mila persone. Lo stipendio a disoccupati e invalidi (che nell'83 era l'80 per cento del salario minimo garantito) è stato diminuito al 70 per cento, ma sul valore «congelato» di tredici anni fa. «Misure dolorose - dice il governo - che però hanno prodotto forti economie e spingono la gente a cercare lavoro». Ma comunque a garantire una «protezione». Nella «sicurezza sociale» s'è voluto applicare un meccanismo di «mercato». E così è stata modificata l'assicurazione malattia. Tocca ora agli imprenditori pagare i dipendenti (non meno del 70% del salario mini¬ mo) durante le assenze. Una mi sura che nelle intenzioni del governo doveva soprattutto stimolare gli industriali a migliorare le condizioni ambientali di lavoro per ridurre l'assenteismo dovuto a malattia. Nel mercato del lavoro la parola d'ordine è flessibilità: contratti a durata determinata (due, tre anni) e non a vita. Procedure di licenziamento accorciate. Ma insieme semplificazione delle procedure per installare nuove imprese, liberalizzazione praticamente totale degli orari dei negozi (anche di sera, di notte, di domenica), riduzione delle tasse. E l'Olanda va. [c. m.] La ricetta del premier «Tagli alla spesa pubblica moderazione dei costi salariali, riforma del sistema sociale» A sinistra il ministro per l'Economia Carlo Azeglio Ciampi A destra Prodi con il premier olandese Van Wim Kok

Persone citate: Carlo Azeglio Ciampi, Rembrandt, Wim Kok

Luoghi citati: Amsterdam, Europa, Francia, Germania, Italia, Olanda