Alla ricerca dei nuovi Mattei salta una testa dopo l'altra di Gianni Zandano

Alla ricerca dei nuovi Mattei salta una testa dopo l'altra NOMI E GLI AFFARI Alla ricerca dei nuovi Mattei salta una testa dopo l'altra Ora che sta per ritornare alla vita privata, Michele Tedeschi avrà tutto il tempo per prendere carta e penna e aiutare chi ha seguito in questi anni le sue mosse a capire quali influssi astrali abbiano fatto cambiare idea ad un signore che, in occasione dell'ultima riconferma, era stato tra i primi a prefigurare per Tiri post privatizzazioni un bel funerale. Spingendo quindi questo stesso signore nel triste limbo degli ex. La lezione comunque serve anche a quelli che il senatore Franco Debenedetti definisce i «nuovi Mattei», ovvero i numeri uno dei grandi enti ancora pubblici come Enel, Stet, Alitalia e Finmeccanica, e banche varie. Caso mai saltasse loro in testa l'idea di farsi prendere dal virus dei predecessori, sanno Roberto Gavazzi quale destino li attende. Mano nella mano, Romano Prodi e Carlo Azeglio Ciampi hanno imparato la grande virtù del ricambio, entrando a pieno titolo nel club (in Italia ancora molto esclusivo) dei tagliai ori di teste. Il duo, insomma, non perdona. A proposito di tagliatori di teste, qualcuno sostiene che proprio questa passione sia all'origine della separazione consensuale tra la tedesca Allianz e il suo plenipotenziario per l'Italia Roberto Gavazzi, la cui abilità decapitatone era diventata eccessiva perfino per i ferrei schemi teutonici, e comunque non in linea con i principi del nuovo presidente del gruppo di Monaco. Ora il t am t arti dà Gavazzi in procinto di passare a Fondiaria, in un progetto Mediobanca che vorrebbe imparentare la compagnia fiorentina con la Sai di Salvatore Ligresti. Sarà proprio così? Qualcuno ne dubita. Anche perché mentre le banche creditrici di Premafin scalpitano per rientrare nei loro crediti, un compratore si sarebbe fatto avanti per Sai, pronto a pagare in danaro sonante: il San Paolo di Torino guidato da Gianni Zandano. Altri tuttavia tracciano percorsi ancora più ambiziosi, che vedrebbero Gavazzi transitare per Firenze con meta Trieste. Nel senso che il Monopoli assicurativo avrebbe come gran finale la costituzione di un impero a dimensione europea sotto il cappello delle ricche Generali presiedute da Antonie Bernheim. Un disegno che aggregherebbe sia la compagnia fiorentina che quella torinese, e nel quale potreb- Luigi Fausti be rientrare la stessa Comit di Luigi Fausti. Sempre nella serie «cala la scure», ecco Goran Lindahl, successore di Percy Barnevik al vertice di Abb, affrontare di petto la situazione dell'universo controllato dai Wallenberg e caldeggiare una politica decisamente spinta sul pedale commerciale. Di riflesso, ecco il nuovo responsabile di Abb per Electrolux, Michael Treschow, annunciare nel settore elettrodomestici importanti tagli di impianti e dipendenti. Sorgeranno problemi per Mario Rossignolo e Luigi De Puppi, ai vertici italiani di Zanassi? Il presidente di Stet Guido Rossi ha un doppio motivo per rallegrarsi della vittoria di Idonei Jospin. Perché il suo cuore batte politicamente a sinistra, e perché il cambio della guardia a Palais Matignon avvicina la Stet alla AT&T di Bob Alien. Dal momento che il più temibile concorrente di Rossi nel cuore dello stesso Alien era proprio il presidente di France Telecom, Michel Bon. Ma Bon, con il ritorno delle sinistre, ha dovuto immediatamente sospendere la privatizzazione del suo gruppo. Ironia della sorte, proprio a due giorni dal via al collocamento. Cosicché la Telecom di casa nostra rischia di arrivare prima al traguardo privato, e di essere prescelta come partner europeo dal gigante Usa. Di telecomunicazioni e di società dell'informazione parla la lettera che Carlo De Benedetti, in veste di presidente del Working group for inJbrmation society, ha spe- dito a W. Kok. presidente di quel Consiglio d'Europa che si riunisce oggi ad Amsterdam. Secondo l'ex presidente di Olivetti, bisogna fare in fretta a colmare il gap che separa in questi campi il Vecchio Continente dagli Usa, pena la colonizzazione di uno dei pochi settori in grado di creare occupazione. Ha appena ceduto il bastone di comando in Assolombarda al successore Benito Benedirli, che sembra deciso a confermare Michele Porcelli come direttore generale, ed è già al lavoro in Federlombarda. Ennio Presutti, insomma, non riesce a stare tranquillo, e progetta il trasloco dalla periferica Bicocca al centro della città. Meglio se, addirittura, in uffici che si affacciano su via Pantano. In agenda sono tracciati i prossimi passi: snellire la struttura della federazione ricor rendo a consulenti, e darle nuove missioni che incidano sul territorio e i suoi centri di potere Intanto è lotta dura per la presidenza della Camera di Commercio di Milano. A contrastare il passo alla riconferma di Piero Bassetti è un pezzo da novanta: Carlo Sangalli, ex deputato andreottiano, ex questore alla Camera, oggi presidente della potente lobby dei commercianti milanesi. Al quale avrebbero assicurato l'appoggio gli artigiani. A Roma, invece, studia da sindaco Luigi Abete. Che vorrebbe ripetere nella capitale lo schema «Albertini a Milano». Come candidato del Polo. Ma con il sostegno delle truppe di Gianfranco Fini. Valeria Luigi Sacchi Abete Piero Bassetti Ennio Presutti Roberto Gavazzi Gianni Zandano Luigi Fausti Guido Rossi Carlo De Benedetti Ennio Presutti