«Sos per i giovani, aggressivi per noia» di Gigi Padovani

«Sos per i giovani, aggressivi per noia» I più a rischio tra i 15 e i 25 anni. «Create una difficoltà al giorno ai vostri figli. Li salverete» «Sos per i giovani, aggressivi per noia» Gli psicologi: iperprotetti dalle famiglie, diventano criminali PADOVA DAL NOSTRO INVIATO Individualisti, aggressivi per noia, angosciati, volgari e un po' cretini, inermi, «de-nervati», nostalgici di un passato che non conoscono, più spettatori che protagonisti, disperati al punto da uccidersi pur di esprimere la propria protesta contro la società. Una generazione in difficoltà per mancanza di padri, di istituzioni con le quali confrontarsi e lottare, per crescere. Li hanno definiti «giovani contro», ma questi adolescenti smidollati e trasgressivi non hanno nessuno contro cui scagliarsi: né la Chiesa, né la famiglia, né lo Stato, né la scuola, che hanno abdicato al loro ruolo educativo. Chi ha un figlio tra i 15 e i 25 anni faccia un esame di coscienza e chi invece si trova nell'età tra infanzia e maturità si accomodi dallo psicoterapeuta. Dopo aver ascoltato due giorni di confronto tra esperti del mondo giovanile, riuniti a Padova su invi¬ to della Federazione psicologi guidata da Vera Slepoj, viene da chiedersi: ma dove abbiamo sbagliato, se c'è una generazione di mostri? L'identikit dell'adolescente medio, basato su quegli aggettivi citati all'inizio - tratti dagli interventi di esperti illustri, dagli scrittori Elémire Zolla e Alessandro Gennari, al sociologo Sabino Acquaviva al sessuologo Willi Pasini, fino al giudice minorile Melita Cavallo e al sacerdote-tv don Antonio Mazzi rischia di essere un po' troppo negativo e semplificato. Ma ha il vantaggio di porre il problema senza ipocrisie, come ha avuto il coraggio di dire lo psicologo Giorgio Nardone, del Centro di terapia strategica di Arezzo, legato alla scuola americana di Palo Alto: «Telefono Azzurro e Paolo Crepet ci dicono che la famiglia fa soffrire i figli. Invece il problema è esattamente il contrario: sono troppo protetti, come dimostra I'81,7% dei 3 mila ragazzi con patologie comportamentali che abbiamo seguito in 10 anni». Di qui il consiglio: create ai vostri figli almeno una difficoltà al giorno. E don Mazzi aggiunge: lasciate che si creino uno spazio di trasgressione, al di là della norma ma non contro la legge. Quali sono i nemici? La madre possessiva e protettiva, il «mammo» che perde l'identità paterna, o il papà assente ma prodigo di regali. Noia e solitudine sono i probit ìi più sentiti, che magari a Napoli vengono superati con lo «scippo dei Rayban», ultimo sport di moda tra i «muschilli» - come racconta il giudice Melita Cavallo - oppure con le folli corse in moto dopo lo sballo o con il lancio dei sassi nel Veneto ricco. Poi c'è il suicidio, estrema forma di protesta, per il quale a Padova funziona l'unico centro specializzato in Italia, diretto da Luigi Pavan, che insieme al collega Diego De Leo ha fornito dati e statistiche impressionanti. Se tra l'85 e il '93 non c'è una crescita allarmante di giovani tra 15 e 24 anni che decidono di tagliare i ponti con tutti, ci sono dif- ferenze di sesso e di area geografica. I maschi sono più a rischio, così come nel Nord il tasso è di 5,28 casi ogni 100 mila abitanti, contro 3,72 del Centro e il 3,29 del Sud. Soprattutto, è sbagliato dire che un suicidio arrivi inaspettato in un teenager: i segnali ci sono quasi sempre. Che fare allora? Vera Slepoj, presidente degli psicologi italiani, consiglia di lasciare che i bambini diventino adulti attraverso un conflitto vero. «Se non c'è lo Stato, non c'è il padre: c'è un adulto-bambino che vuole essere amico e non sa essere regola. Questi giovani non hanno ostacoli, perciò se li inventano con i riti di iniziazione tribali, le gare di morte, i tatuaggi». Inutile dire che si è parlato anche della responsabilità dei media e della pubblicità, ma per una volta sono quasi stati assolti. Tocca ai padri, agli insegnanti, ai preti, purché tutto non si risolva nel ritorno agli schiaffoni. Gigi Padovani L'AUARME SUICIDI FRA I GIOVANI (ITALIANI TRA 115 E 24 ANNI) DATI ISTAT1993 ANNEGAMENTO 2,5% OGGI AFFILATI ©,8% ALTRI S,5% DROGHE 2,5% Secondo gli psicologi in Italia i giovani sono diventati una generazione a rìschio

Luoghi citati: Arezzo, Italia, Napoli, Padova, Veneto