«Marco, hai fatto il loro gioco» di Guido Tiberga

8 «Marco, hai fatto il loro giaco» Segni: ma il referendum non è ancora morto INTERVISTA IL LEADER DEL 1991 ANDIAMOCI piano a cantare il de profundis: la partitocrazia ha vinto una battaglia, ma la guerra è ancora aperta». Mario Segni, l'uomo che con la vittoria nei referendum elettorali del '91 sembrava destinato a diventare il simbolo della Seconda Repubblica, non si rassegna a celebrare il funerale del voto abrogativo. «Già nel 1990 - dice al telefono da Stintino, mentre Marco Pannella urla la sua rabbia al Tgl - il voto sulla caccia e sui pesticidi era andato deserto. Eppure un anno più tardi ci fu il 9 giugno. Il referendum non è morto: ma ci sono referendum e referendum. E ci sono momenti e momenti». Onorevole Segni, sta dicendo che Marco Pannella ha sbagliato tutto? «No, non è giusto gettare tutte le croci sulle spalle di Marco. Non possiamo negare che c'è in atto una forte campagna contro l'istituto stesso dei referendum. Una campagna che vorrebbe ridare ai partiti il peso che la gente gli ha tolto». Non starà dicendo anche lei, come Pannella, che l'Italia ha assistito a una vittoria della reazione? «Io dico soltanto che i referendum danno fastidio, e che c'è qualcuno che vorrebbe eliminarli. Basta vedere il progetto della Bicamerale, per renderli ancora più difficili di quanto non siano. Hanno fatto dì tutto per scoraggiare questo voto: dalla Corte Costituzionale che ha cancellato i referendum più importanti, dalla scelta del 15 giugno. La gente è stanca». Stanca di votare, onorevole? «Stanca di una politica dove i partiti rifanno quello che il popolo ha cancellato. Il ministero dell'Agricoltura, cancellato da un referendum, è tornato con un altro nome. Il finanziamento pubblico ai partiti" è rinato grazie a una legge scellerata. E qualcuno sta parlando di un rispristino della proporzionale. Tutto questo fa parte di un piano generale per ridare forza ai partiti: la scelta stessa di sostituire l'Assemblea Costituente I con una Bicamerale è la prova più evidente, mi pare». Massimo D'Alema, a Castellanza, le ha detto chiaro che <de riforme si fanno in Parlamento, non con i referendum». Che cosa risponde? «Che il pds, forse più degli altri, ha nostalgia del potere che i partiti avevano nel passato. Non è un caso che proprio l'Unità abbia lanciato la campagna del non voto». Sia sincero, Segni, i sette referendum sono falliti perché troppo lontani dalla gente. Lo stesso Prodi ha detto che ha votato «con disagio». Lei al seggio ci è andato sereno? «Vede, se c'è una cosa da rim- 1PP1 m proverare a Marco Pannella è di aver moltiplicato il numero dei referendum. In un momento come questo esagerare è sbagliato: si presta il fianco ai veri nemici dei referendum. Vede, io credo che nella notte si sia brindato a lungo nelle sedi dei par¬ titi. Ma è un brindisi suicida: chi perde fiducia nei referendum, prima o poi perde fiducia anche nella democrazia». Lei dice che bisogna limitarsi, eppure Pannella ha già lanciato la campagna per altre 40 consultazioni. Che cos'è, il suicidio del referendum? «Io non sarei così sicuro sul futuro. E comunque si parla di far votare sullo statuto dei lavoratori, per rendere possibile il licenziamento dei dipendenti pubblici, per abolire gli scatti di carriera automatici non solo nella magistratura, ma in tutta la pubblica amministrazione. Sono temi importanti, ai quali gli italiani risponderanno». Ma non è comunque esage¬ rato andare a votare tutti gli anni. Non sono troppo poche 500 mila firme per mandare alle urne 50 milioni di italiani? «Questo è quanto dicono i nemici dei referendum. Fa parte della loro offensiva. Non ci servono nuove barriere, serve una maggiore saggezza da parte dei promotori. Gliel'ho già detto: bisogna essere più selettivi, limitarci ai temi di interesse generale. Per il Paese e per gli elettori». Onorevole Segni, Pannella è d'accordo? «Sembra di no. Ma io sono ottimista: il referendum non è morto». Guido Tiberga «In molti partiti avranno brindato Ma chi perde fiducia nel voto perde fiducia nella democrazia»

Persone citate: Marco Pannella, Mario Segni, Massimo D'alema, Pannella, Prodi

Luoghi citati: Castellanza, Italia, Stintino