La vuole il governo di Hanoi lungo la leggendaria «pista»
«l/otrtostroda di Ho Chi Minh» «l/otrtostroda di Ho Chi Minh» La vuole il governo di Hanoi lungo la leggendaria «pista» BANGKOK. La «Pista di Ho Chi Minh» sarà 1'«autostrada dell'unità» vietnamita nel XXI secolo. Lo ha deciso l'ufficio politico del partito comunista di Hanoi. Lungo i 1800 chilometri attraverso la cordigliera indocinese a Nord e l'altopiano a Sud, raddoppierà la «Via Mandarina» che già unisce, lungo la costa, Hanoi a Ho Chi Minh Ville. Squadre di ingegneri dell'Armata popolare inquadreranno da 100 a 200 mila lavoratori che secondo le parole di Do Muoi, segretario generale del pc, «offriranno ciascuno dieci giorni di lavoro della loro vita, o una contropartita finanziaria, a quest'opera di interesse pubblico». Il sospetto che parlasse di lavoro forzato è stato respinto con indignazione. Ben inteso, non si tratta di ricostituire i 20 mila chilometri di piste e di camminamenti paralleli sottoposti per una decina d'anni ai pesanti bombardamenti dell'aviazione americana. Capolavoro della strategia vietnamita, quella tela di ragno era situata, in gran parte, nel basso Laos e nel Nord Est della Cambogia. L'autostrada del futuro prenderà in prestito alcuni tratti in territorio vietnamita della vecchia «Pista» e collegherà alle grandi città l'economia delle piantagioni in pieno sviluppo. L'ambizione del progetto, che il premier Vo Van Kiet ha indicato come una priorità, è anche quella di ravvivare la fiamma del nazionalismo che vacilla per le lusinghe, giudicate perverse, della società dei consumi. Con grande soddisfazione delle legioni di ex combattenti coperti di medaglie, ma dalle pensioni ben misere. Ma il conto si annuncia di 800 miliardi di lire in oltre vent'anni, dato che l'inaugurazione è prevista verso il 2020. E gli organismi internazionali, che già finanziano il ripristino della Via Mandarina, non sono probabili candidati a quel «finanziamento esterno» indicato come necessario da Vo Van Kiet. Jean-Claude Pomonti Copyright «Le Monde» e per l'Italia «La Stampa» Nella foto grande il vicecapo di stato maggiore cambogiano Nhiek Bun Chhay alla conferenza stampa di ieri e qui sopra Ho Chi Minh
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