Folgore:le colpe vere e il reato d'opinione

=1 PANEAL PANE =1 Folgore: le colpe vere e il reato d'opinione ETTI le cose come vuoi, ma le immagini che documentano le porcherie di alcuni soldati italiani in Somalia fanno semplicemente, senza perifrasi, schifo. Neanche se emergesse, nelle fotografie pubblicate da «Panorama», una parte di messinscena, qualcosa di non ultimativo, basterebbe tuttavia ad assolvere l'eloquenza di gesti e situazioni. L'avvilimento procurato a esseri inermi, afflitti da una somma di «inferiorità», la sofferenza gratuita, rivelano una disgustosa, intollerabile propensione al sadismo. Bisogna immaginare, per capire fino in fondo, quello che i fotografi dalla coscienza intermittente non ci fanno vedere, gli occhi fuggiaschi, deserti delle vittime. E' troppo facile, e distraente, rilevare che si tratta di comportamenti - dalla ritorsione violenta al sesso abietto - diffusi nella società «borghese». Perché qui non si tratta di una guerra guerreggiata, dove si scatenano gli istinti più brutali e si afferma quello che è stato definito nella sua cruda ambivalenza il «rosso» segno del coraggio. Dovrebbe contare invece l'inquadramento in una entità chiusa come l'esercito, sottoposta per sua natura alla regola e alla disciplina. Come è possibile che il formalismo volentieri ottuso dello scatto sull'attenti e del «signorsì» si concili con l'anarchismo maramaldesco, con le pratiche dello stupro e del sangue? La denuncia non va attenuata neanche per l'eventuale insofferenza davanti alle proteste che arrivano dalla Somalia. Dalle misteriose associazioni di intellettuali, dagli inaccessibili tribunali islamici che, pronti a gettarci la croce addosso, non sembrano scandalizzarsi troppo, non si sforzano troppo di mediare tra gli autoctoni che si massacrano ogni giorno con allegria. Del resto, prima che ai somali non intesi come persone ma come istituzioni politiche e metastatuali - i torturatori devono rendere conto agli italiani di cui hanno sporcato l'immagine, che hanno costretto a provare vergogna. Gli esecutori ma anche i su- periori di ogni ordine e grado che sapevano o dovevano sapere, ai quali è affidato il buon nome dell'esercito. Sarà vero che le nostre forze armate sono ingiustamente trascurate e screditate, ma non è con queste macchie, con questa imbelle rassegnazione, che si risale la china. Quello che non capisco, che introduce nel discorso argomenti incongrui e pretestuosi, è la tranciante richiesta di sciogliere la Folgore, di accomunare nel ripudio anche le persone perbene che rivestono l'uniforme dei para (un atteggiamento che fa il paio con quello di chi si lancia a testa bassa in difesa dei nostri «ragazzi» in armi). La punta emergente del vituperio è rappresentata dal senatore Cossutta. La Folgore deve scomparire - sostiene perché informata a uno spirito di «destra», e quindi inadatta a rappresentarci in missioni di pace. Sembra di capire che tutto andrebbe a gonfie vele se i nostri soldati si ispirassero alla sinistra. Nell'immaginarie sognoso di Cossutta, impermeabile all'inamena lezione della storia, i guerrieri con la stella rossa sul berretto sfilano come immacolati cavalieri del Graal. Che senso ha poi scoraggiare interventi, patrocinati dagli organismi internazionali, in Paesi come la Somalia, o l'Albania, dove l'Italia ha interessi economici? Le attività industriali e commerciali non sono necessariamente perverse, tanto più quando vengono sollecitate e invocate dai presunti sfruttati. E' una brutta pagina, quella che abbiamo scritto in Somalia, credo e mi auguro che sia un'eccezione tra molte altre rispettabili e civili. Dovremo riscriverla alla svelta, metterla in pulito, ma senza aggiunte furbastre e deliranti. Lorenzo Mondo do |

Persone citate: Cossutta, Lorenzo Mondo

Luoghi citati: Albania, Italia, Somalia