La Anselmi: inchiesta più difficile della P2

La Anselmi: inchiesta più difficile della P2 La Anselmi: inchiesta più difficile della P2 ALLORA, on. Tina Anselmi, lei farà parte della commissione governativa che analizzerà il «caso Somalia»? «Guardi, il ministro della Difesa mi ha chiesto se eventualmente sono disponibile per questo incarico...». E lei come ha risposto? «Ho detto sì, naturalmente. Poi però, la nomina spetta al governo, che dovrà tener conto di varie esigenze. Anche io, nonostante le anticipazioni, aspetto di conoscere ufficialmente la decisione di Prodi». Lei al momento è comunque a conoscenza, attraverso le foto, di quanto successo in Somalia. Che impressione ha avuto? «Io credo che il governo italiano abbia colto nel modo giusto l'esigenza di fare chiarezza nei tempi più brevi possibili. L'opinione pubblica è giustamente sconcertata, direi anche avvilita da fatti come quelli accaduti in Somalia». E nel merito dei fatti, che opinione s'è fatta? «Guardi, io nel merito conosco tanto quanto qualunque italiano che abbia letto i giornali in questi giorni...». E non è sufficiente? «Se, quando la commissione verrà convocata, ne farò parte, ci dovrà essere una valutazione tra tutti i commissari sulla scelta della strada migliore da percorrere per arrivare alla verità. Vedremo: ci sarà un presidente, ci saranno i commissari e si terrà conto anche delle altre commissioni che sono al lavoro su questo caso». Come dovrà procedere questa commissione? Lei ha presieduto in passato commissioni che hanno indagato su fatti importanti «Onestamente non mi sento di anticipare i contenuti di un dibattito che ci sarà presto, direi già la prossima settimana. Rispetto alla commissione d'inchiesta sulla P2, ci sono connotazioni decisamente diverse». Bertinotti ha chiesto di sciogliere la Folgore, altri vogliono le dimissioni del ministro Andreatta e del sottosegretario Brutti. Il ministro ha attaccato pesantemente gli ufficiali che erano in Somalia. Insomma siamo ancora al ((tutti contro tutti», le pare? «Se il ministro e il capo del governo hanno usato le espressioni forti, che anch'io ho rilevato, credo che abbiano elementi per poterlo fare. Ed è questo che dà motivo all'istituzione di questa commissione che essendo del governo riveste un ruolo e una responsabilità fondamentali». Lei in gioventù è stata staffetta dei partigiani. Pensa che cose come quelle denunciate in questi giorni, in un certo clima, possano accadere? «E' difficile solo immaginare che ci siano persone che possano aver fatto queste cose, purtroppo, soprattutto sapendo che sono lì a rappresentare il Paese, a rappresentare l'Esercito che nel nostro Paese ha tradizioni alte e nobili. Come poi si possa giungere a compiere questi atti inauditi è davvero difficile spiegarlo. Io non ho parole». E come spiega questi lunghi anni di silenzio? Possibile che nessuno abbia sentito il bisogno di raccontare nulla? «Bisognerà sentire tutti i protago¬ nisti, e la commissione dovrà partire da lì, chiedere loro perché hanno taciuto, se hanno tutti davvero taciuto, se è vero o no quello che qualcuno aveva invece raccontato qualcosa, se alcuni giornali sapevano, se qualche recluta aveva chiesto l'intervento dei superiori. Quando avremo queste testimonianze, si potrà dire con certezza se c'è stata o meno complicità e di chi». E poi, appurato tutto questo, che si può fare? «Prima di ogni cosa bisogna chiedere scusa al popolo somalo. Per il resto non mi può far anticipare quello che nemmeno io so. Su una sola cosa posso dare garanzie: lavorerò con tutte le mie forze». Flavio Corazza

Persone citate: Andreatta, Anselmi, Bertinotti, Flavio Corazza, Tina Anselmi

Luoghi citati: Somalia