Somalia la caduta la caduta dei generali di Flavia Amabile

Cinquanta ufficiali della Ibis davanti alla commissione d'inchiesta dell'esercite Cinquanta ufficiali della Ibis davanti alla commissione d'inchiesta dell'esercite Somalia/ la caduta dei Loi e Fiore si autosospendono «per favorire le indagini» bersaglio con i somali». Questo il primo risultato ottenuto nell'incontro di ieri, ma l'inchiesta prosegue «a tutto campo», come ha spiegato lo stesso generale Vannucchi. E prosegue a ritmi accelerati. Un'altra cinquantina di comandanti, questa volta a livello di reggimento, sono attesi tra oggi e domani al quartier generale dello stato maggiore dell'Esercito. L'inchiesta ha al massimo altre 48 ore di tempo per la raccolta delle informazioni. Martedì mattina il ministro della Difesa Beniamino Andreatta dovrà riferire in Parlamento sulla vicenda e gli elementi scaturiti in questi due giorni rappresenteranno la base tecnica del suo intervento. Da quel momento in poi, sullo scandalo Somalia saranno politici e magistrati a emettere i propri verdetti. Il governo italiano sarà «inflessibile», ha annuncia- to il ministro per le Pari Opportunità Anna Finocchiaro, e la commissione d'inchiesta voluta dal Consiglio dei ministri due giorni fa ieri ha ufficialmente completato la sua composizione. La presiederà Ettore Gallo, ex presidente della Corte Costituzionale. Lo affiancheranno Tina Anselmi, Tullia Zevi, i generali di corpo d'armata Antonino Tarnbuzzo e Cesare Vitale. La commissione inizierà i lavori domani e, partendo dagli episodi denunciati, dovrà ampliare il campo delle indagini per accertare 1' «entità e la diffusione di fenomeni devianti e contrari all'onore militare», verificatisi nel corso dell'operazione Ibis. Per svolgere il suo compito, la commissione dovrebbe avere, come in genere in questi casi, i poteri coercitivi dell'autorità giudiziaria per poter interrogare i presunti responsabili. In parallelo, prosegue l'inchiesta giudiziaria. Il procuratore Antonino Intelisano ha ascoltato l'ex para intervistato dal settimanale Panorama che aveva raccontato e fotografato lo stupro commesso dai soldati italiani. L'interrogatorio avrebbe permesso l'individuazione di uno dei militari che avrebbero preso parte alla violenza, ma il procuratore non ha escluso che gli atti vengano trasferiti alle procure ordinarie. E' la stessa procedura seguita per la prima denuncia, quella dell'ex para Michele Patruno, ora all'esame della procura di Livorno. Al centro delle indagini, le presunte violenze commesse dal maresciallo Valerio Ercole, per le quali si ipotizza il reato di lesioni personali aggravate. Il fascicolo livornese dovrebbe presto amechirsi dei verbali annunciati dal maresciallo come prova della propria innocenza, ma anche di una trasferta a Mogadiscio dove potrebbero essere raccolte ulteriori testimonianze. Nel frattempo, continuano a giungere foto e denunce. Un para marchigiano ha mostrato immagini che ritraggono una scatola di marijuana, prima tenuta in mano da un soldato, poi appoggiata su una brandirla da campo. Un altro para ha raccontato che la ragazza del presunto stupro in realtà era consenziente. Flavia Amabile Una jeep piena di somali era saltata su una mina, non c'era stato nessun agguato degli italiani La commissione presieduta dal costituzionalista Gallo disporrà di poteri coercitivi come i giudici

Luoghi citati: Livorno, Mogadiscio, Somalia